Curling regole
“Stone” – oppure sassi, come vengono anche chiamati in italiano –, scope, ghiaccio e scarpe chiodate. Il curling è un vero e proprio sport invernale. Paragonato alle bocce, anche agli occhi di chi non lo segue abitualmente risultano evidenti alcune affinità: il campo rettangolare, il gioco di squadra, le stone (da 19.96 kg) che devono essere lanciate con precisione e delicatezza, ma non sempre. Ai Giochi olimpici di Pechino sono in programma tre eventi: curling maschile, curling femminile e per la prima volta il doppio misto (con gli italiani Stefania Costantini e Amos Mosaner protagonisti). Dieci le squadre per ogni categoria: 4 per la prova a squadre, due (un maschio e una femmina) per il misto.
L’obiettivo
Le stone al posto delle bocce, un bersaglio da avvicinare il più possibile per accumulare punti. Il curling è un gioco a squadre su campo ghiacciato: bisogna far scivolare le stone (blocchi di pietra con il manico) in modo che si avvicinino al centro del bersaglio (house) che è disegnato sul ghiaccio, tramite una traiettoria curvilinea (curl). La traiettoria può essere ulteriormente influenzata dall’azione delle scope da curling, che vengono usate per abradere la superficie del ghiaccio di fronte al sasso alterandone le caratteristiche. In ogni partita ci sono 8 end (mani), ogni squadra può giocare al massimo per 73 minuti, si contano i punti con le stone più vicine al centro, rispetto alle stone degli avversari. Una mano si completa quando entrambe le squadre hanno lanciato tutte le proprie pietre.
Il campo da gioco
La superficie di gioco del curling viene descritta dal regolamento di gioco della World Curling Federation. Il campo è una superficie ghiacciata preparata per essere la più piatta e livellata possibile, di dimensioni comprese tra 146 e 150 piedi di lunghezza, da 45 a 46 metri circa, e 14,5 piedi di larghezza, 4,4 metri circa. La cosiddetta “house”, ossia una serie di anelli concentrici, è segnata su ciascun’estremità del campo. La casa è composta da tre anelli concentrici dipinti di colore diverso l’uno dall’altro. Ogni “house” è centrata sull’intersezione della linea che divide per metà longitudinalmente il campo chiamata con il nome inglese di centerline (linea centrale), e una linea perpendicolare chiamata teeline. Il centro di ogni casa è definito “button”. Presenti a fondo campo – dal lato in cui il gioco prende il via – le staffe. Una staffa (chiamata spesso con il termine inglese hack) è un supporto con il quale i giocatori si danno la spinta quando effettuano il tiro. Nei campi sono solitamente installate due staffe gommate fisse. Può anche essere utilizzata una singola staffa, come solitamente avviene nel curling openair, in cui si usa una staffa mobile posta sulla centerline.
La “stone”
La pietra da curling (a volte anche detta semplicemente sasso), come definito dalla World Curling Federation è un disco di pietra spessa del peso compreso tra 17,24 e 19,96 kg circa, con una maniglia fissata alla parte superiore. La circonferenza massima ammissibile è di circa 91,44 cm e l’altezza minima consentita è di circa 11,43 cm. Il manico è legato da un bullone che scorre verticalmente attraverso un foro al centro della pietra. La maniglia consente alla pietra di essere impugnata e ruotata durante il rilascio. L’unica parte della pietra a contatto con il ghiaccio è la “corona”, una stretta porzione del sasso fatta ad anello, di dimensioni comprese tra 1,27 e 0,635 cm di spessore e di circa 12,7 cm di diametro. I lati della pietra convergono verso il basso (verso la corona) e la parte interna della corona è concava e vuota per eliminare il ghiaccio. Tradizionalmente, le pietre per il curling sono fatte di due tipi specifici di granito, chiamati “Blue Hone” e “Ailsa Craig Common Green”. Entrambi si trovano sull’isola di Ailsa Craig, un’isola al largo della costa scozzese dell’Ayrshire.
La scopa e le scarpe
La scopa da curling viene utilizzata per spazzare la superficie del ghiaccio lungo il percorso della pietra, ed è spesso usata anche come sostegno durante il lancio della stone. I pad sono la parte terminale delle scope a pennello e possono essere di stoffa, pelo animale o sintetico o di crine. I moderni manici delle scope da curling di solito sono tubi cavi di vetroresina o in fibra di carbonio. Le scarpe da curling sono invece simili a normali calzature sportive tranne per il fatto che le due suole sono diverse. Lo scivolo è la suola progettata per il piede che appunto scivola, mentre l’altra scarpa ha una suola progettata per non scivolare sul ghiaccio. La scarpa che non deve scivolare è progettata per fare aderenza. Può possedere una normale suola da scarpa sportiva o uno speciale strato di materiale gommoso applicato alla suola, con uno spessore pari a quello dello scivolo.
La scivolata
Il processo di spinta di una pietra lungo il campo è noto come scivolata. La scivolata viene determinata da tre fattori principali: la forza, la linea ed il curl. Questi fattori saranno influenzati dalle tattiche di gioco. La forza dello stone è la sua velocità, questa, durante il lancio, dipende dalla spinta delle gambe, piuttosto che del braccio. Il curl è la rotazione della pietra, che le conferisce una traiettoria curva. La linea è la direzione del tiro indipendentemente dall’effetto curl, ovvero il punto verso cui è diretta la scivolata. Lo skip (caposquadra) può comunicare la forza, il curl, la linea e altre tattiche chiamandole a voce o appoggiando la scopa sul ghiaccio. Nel caso di una guardia, una bocciata o una promozione indicherà le pietre coinvolte. Il lanciatore tira il sasso. Un altro giocatore, di solito lo skip, è di stanza dietro il button dall’altra parte del campo per determinare tattica, forza, curl e linea mentre gli altri due possono spazzare davanti alla stone per influenzare la traiettoria. Quando tira lo skip, il viceskip assume il suo ruolo. La pietra per rimanere in gioco deve fermarsi prima di attraversare interamente la back line (se ci è sopra la stone è ancora in gioco), ma deve necessariamente oltrepassare interamente la “linea del maiale” (hog line). Viene fatta un’eccezione se una stone tocca un’altra stone in gioco, in questo caso anche se il sasso non ha interamente attraversato la “linea dal maiale” rimane comunque in gioco.
La spazzata
Dopo che la stone viene lanciata la sua traiettoria è ancora influenzabile dagli scopatori sotto istruzioni dallo skip. Quando si spazza, le scope hanno due effetti sul sasso: riducono l’attrito sotto la pietra e diminuiscono l’effetto del curl. Le pietre “curlano” (curvano in direzione del curl) di più mano a mano che rallentano, se si spazza subito aumenta la distanza percorsa dal sasso e si raddrizza il percorso, viceversa se si spazza nella parte finale del percorso aumenta il curl e la distanza percorsa lateralmente. Gran parte delle urla che si sentono durante una partita di curling provengono o dallo skip che “chiama” (dà indicazioni) sulla “linea” (traiettoria) del tiro o dagli spazzatori che chiamano la “forza” (velocità). Lo skip valuta il percorso della stone in base alla linea e alla forza, e se necessario, dice agli spazzatori di spazzare per mantenere la traiettoria prevista. Gli stessi spazzatori sono responsabili nel giudicare la forza della stone, comunicando la corretta velocità allo skip. Solitamente, i due spazzatori stanno dalle due parti opposte della stone, anche se non è obbligatorio. Velocità e pressione sono fondamentali per una spazzata efficace. L’angolo tra la scopa e il ghiaccio deve permettere di esercitare la maggior pressione possibile sul ghiaccio. La quantità di pressione può variare, da relativamente leggera per garantire che i detriti non modifichino il percorso della stone, a un massimo di pressione.
Il punteggio
La vincitrice è la squadra con il più alto numero di punti accumulati al termine di otto o dieci mani. I punti vengono assegnati a conclusione di ciascuna di queste mani come segue: quando ogni squadra ha tirato le sue otto pietre la squadra con la pietra più vicina alla zona centrale vince la mano, inoltre alla squadra vincente viene assegnato un punto per ciascuna delle sue pietre in casa più vicine al button della pietra avversaria più vicina al centro. Le posizioni di tutti i sassi più lontani di quella dell’avversario non fanno alcuna differenza per il punteggio. Solo le pietre che sono “in casa” sono considerate nel punteggio. Una pietra è in casa se si trova all’interno dell’anello più esterno. Poiché la base delle pietre è arrotondata, una pietra appena in casa non avrà alcun contatto reale con l’anello, che passerà sotto il bordo arrotondato della pietra, ma viene conteggiata ugualmente. Può non essere evidente ad occhio quale delle due rocce è più vicina al button (centro). Esistono dispositivi di misurazione determinati, ma questi non possono essere portati in campo fino a quando la mano non è terminata. Pertanto, una squadra può prendere decisioni strategiche durante una mano basandosi solo sulla rivelazione a occhio, anche se queste si rivelano errate.
Il “pupazzo di neve”
Il massimo numero di punti ottenibile in una sola mano è 8, ossia tutte le stone di una squadra. Segnare una mano da otto punti contro una squadra relativamente competente è molto difficile nel curling ed è considerato l’equivalente del Perfect game nel baseball ed è conosciuto come “pupazzo di neve”.