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Non c'è un calcio da ridere: il “massacro” di Acerbi. Derby-scudetto: chi la spunterà

Fuoco e fiamme in serie A. E non solo perché c'è di mezzo il Diavolo (rossonero). Nel campionato più equilibrato e incerto degli ultimi 12 anni la scena non la prendono i reali protagonisti della contesa ma il chiacchiericcio da bar, la zuffa social, la ricerca costante di un nuovo spettro da agitare. Il Var, in pochi anni, da assistente al direttore di gara si è trasformato in “stampella” per le polemiche post-partita. Una sorta di attizzafuoco (appunto) che ha riportato in vita ciò che covava sotto la cenere. Dai tempi del Moviolone, in sostanza, non è cambiato nulla. Ciò che, in realtà, si è trasformato è il modo di vedere (nel vero senso della parola) le gare. Fari e telecamere puntati dappertutto. Ogni gesto viene colto e spedito dritto dritto nel tritacarne mediatico con tutto ciò che ne concerne. L'ultimo a pagare dazio è stato il laziale Francesco Acerbi. Il difensore della Lazio è da tempo in rotta con l'ambiente biancoceleste, ma ha sempre continuato a tirare la carretta: con o senza di lui al centro della difesa laziale cambia. Nel clamoroso finale di Lazio-Milan (posticipo serale), la squadra di casa crolla poco prima del gong e, nel raccogliere la palla in fondo al sacco, Acerbi si lascia scappare un riso isterico, tipico di chi aveva la partita in mano e l'ha gettata quando ormai le docce dell'Olimpico stavano già miscelando l'acqua. Chiaramente un riso isterico, scambiato maliziosamente - non solo dai tifosi di quella o quell'altra squadra, purtroppo - come una risata compiaciuta. Quasi come se, sì, il Milan avesse completato la rimonta e il baluardo difensivo biancoceleste ne fosse soddisfatto. Magari perché quella maglia, la rossonera, Acerbi l'ha indossata prima che gli crollasse il mondo addosso (un tumore lo ha spedito mandato per un po' di tempo ai box). Perché prima di gettare fango, probabilmente, si dovrebbe conoscere la storia. Acerbi è uno di quelli che fa tappa, spesso e volentieri, nei reparti di Oncologia pediatrica e non molla la presa fino a quando non ha accarezzato ogni singolo viso dei bambini che si trovano di fronte una persona importante come un calciatore di serie A. Tutto dimenticato in un attimo. È bastata una risatina isterica volutamente scambiata per un assist al Milan nella corsa Scudetto. Non vi sembra di esagerare?

Il derby più bello di sempre: ecco chi la spunterà tra Inter e Milan

Spulciando e rispulciando l'almanacco del calcio, si fa davvero fatica a rintracciare un finale di stagione così bello ed equilibrato. Soprattutto se l'epilogo si circoscrive al duello ai piedi della Madonnina tra Inter (i campioni) e Milan (l'attuale prima della classe, recupero dei nerazzurri a Bologna permettendo). E il gol di Tonali all'ultimo assalto sposta l'asse di qualche centimetro. Più di quelli che qualcuno voglia far credere. Perché, calendario alla mano, all'appello mancano quattro gare per tutti ma non per l'Inter. I nerazzurri potranno finalmente spazzare via l'asterisco vicino al punteggio maturato in classifica, scendendo in campo in Emilia mercoledì. E dovranno vincere per forza se vorranno riconquistare il primato in classifica. Ecco perché il gol di Tonali sposta tanto: senza il guizzo nel recupero dell'ex centrocampista del Brescia, all'Inter sarebbe stato sufficiente anche un pareggio per ritoccare la cima del monte chiamato serie A. La domanda da porsi è: chi la spunterà tra le due milanesi? In barba a ogni polemica (più o meno sterile), vincerà la squadra che meriterà di più. Il Milan ha più fame ma tende a perdere punti (soprattutto in casa) con troppa facilità, l'Inter in giornata è “ingiocabile” ma dovrà gestire la pressione di favorita che potrebbe ripiombargli addosso (e in precedenza non l'ha saputa gestire) soprattutto in caso di successo a Bologna. L'unica certezza è che un finale così bello, col pubblico sugli spalti (altro dettagli che, alla luce di ciò che accadeva 12 mesi fa non va sottovalutato), merita grande attenzione. E qualche polemica in meno.

 

 

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