Domenica 17 Novembre 2024

Juventus-Lazio finisce 2-2 ma è festa per l'addio di Chiellini. E saluta anche Dybala

 
 
 
 

Juventus-Lazio 2-2

Marcatori:  10' pt Vlahovic, 36'pt Morata, 6'st Alex Sandro (aut), 51'st Milinkovic-Savic. JUVENTUS (4-2-3-1): Perin 6; Cuadrado 5, Bonucci 6, Chiellini sv (18'pt de Ligt 6), Alex Sandro 5.5; Miretti 6.5, Locatelli 6 (17'st Akè 6); Bernardeschi 6, Dybala 5.5 (33'st Palumbo sv), Morata 7 (17'st Pellegrini 6); Vlahovic 6.5 (17'st Kean 6). In panchina: Szczesny, Pinsoglio, Rugani, Rabiot. Allenatore: Allegri 6. LAZIO (4-3-3): Strakosha 6; Lazzari 6 (39'st Radu sv), Patric 6.5, Acerbi 6, Marusic 5.5; Milinkovic-Savic 7, Cataldi 6.5 (31'st Leiva sv), Luis Alberto 6 (31'st Basic sv); Felipe Anderson 5.5, Cabral 5 (7'st Pedro), Zaccagni 6. In panchina: Reina, Adamonis, Luiz Felipe, Akpa Akpro, Kamenovic, Romero, Hysaj, Moro. Allenatore: Sarri 6. ARBITRO: Ayroldi di Molfetta 6. NOTE: serata calda, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Acerbi, Bernardeschi, Cuadrado, Akè, Milinkovic-Savic, Patric. Angoli: 9-0 per la Lazio. Recupero: 2'; 5'. Milinkovic-Savic firma la beffa a tempo scaduto, la Lazio agguanta a Torino il punto che mancava per la qualificazione matematica in Europa League. Il serbo, e in precedenza una deviazione di Alex Sandro su tiro di Patric, permettono a Sarri di recuperare dal doppio svantaggio maturato nel primo tempo con le reti di Vlahovic e Morata. Lo Stadium è in festa per Chiellini, è tutta per lui la coreografia dell’impianto che con migliaia di bandierine gialle forma la scritta «Chi3llo». E sugli spalti sono presenti anche Leao, l'attaccante portoghese del Milan venuto in visita a Torino, e Buffon, ex bandiera Juve. Il difensore guida la retroguardia con Bonucci davanti a Perin, in attacco c'è Dybala, l’altro bianconero che saluterà la Juve al termine della stagione. La Joya supporta Vlahovic insieme a Morata e Bernardeschi, in mediana giocano Locatelli e il giovane Miretti. Sarri, tecnico dell’ultimo tricolore bianconero e sommerso dai fischi dello Stadium all’annuncio delle formazioni, è senza Immobile e sceglie Cabral per sostituirlo. Per il resto la Lazio è in formazione-tipo, con Cataldi preferito a Leiva e Milinkovic-Savic, tra i desideri bianconeri per la prossima estate. Dopo la festa delle Juventus Women, premiate per il quinto scudetto consecutivo, la sfida tra bianconeri e biancocelesti può cominciare. E Cataldi fa subito tremare Perin, con il suo destro dal limite dell’area che colpisce la traversa dopo meno di cinque minuti. Ma è la Juve a passare in vantaggio: cross dalla sinistra di Morata, Vlahovic scappa alle spalle di Marusic e colpisce di testa. Il serbo esulta con la «Dybala-mask», poi abbraccia calorosamente Chiellini. E il difensore esce al 17', proprio come i suoi anni in bianconero, tra la standing ovation del pubblico e i saluti di compagni e avversari, lasciando il posto a De Ligt e la fascia di capitano a Dybala e concedendosi ai tifosi con un giro di campo. Sul terreno di gioco, intanto, la Lazio prova a reagire e si fa pericolosa con Felipe Anderson e Zaccagni, ma senza riuscire ad impensierire Perin. E, anzi, sono i bianconeri a trovare il raddoppio al 36': Dybala comincia l’azione con una giocata di tacco, poi Morata porta a spasso mezza difesa della Lazio e conclude con un destro a giro che supera Strakosha. La pausa negli spogliatoi, però, scuote i biancocelesti, che riaprono la sfida ad inizio secondo tempo: su azione di corner, il colpo di testa di Patric è deviato da Alex Sandro alle spalle di Perin. I due tecnici cominciano con la girandola di cambi, Sarri inserisce Pedro mentre Allegri opta per tre sostituzioni in un colpo solo (Aké, Kean e Pellegrini) e sposta Dybala nel ruolo di punta centrale. La Joya cerca il gol per salutare i suoi tifosi, ma non ci riesce: al 78' si chiude la sua avventura alla Juve, tra gli abbraccia dei compagni e del suo allenatore. «Chi non salta nerazzurro è» cantano i tifosi durante il giro di campo all’argentino, con annesso messaggio subliminale a non "tradirli» con l’Inter. E nel finale c'è spazio anche per le proteste della Lazio: segna Felipe Anderson, ma Ayroldi fischia in precedenza un fallo di Milinkovic-Savic su Bernardeschi prima che il pallone finisca in porta. All’ultimo dei cinque minuti di recupero, la zampata del serbo è decisiva per il 2-2 definitivo e rovina l’ultima in casa della Juve.

leggi l'articolo completo