Uno storico Thomas Ceccon e una bellissima Benedetta Pilato bagnano d’oro l’Italnuoto ai Mondiali di Budapest. Il veneto classe 2001 è irresistibile ai Mondiali ungheresi nei 100 dorso stabilendo anche il record del mondo. L’azzurro fa segnare uno strepitoso 51"60, abbattendo il precedente primato dell’americano Ryan Murphy con 51"85, ottenuto a Rio 2016. Per il giovane atleta c'è anche la soddisfazione di essere il secondo italiano a firmare un record individuale in vasca lunga. L’unico precedente era di Giorgio Lamberti nei 200 stile, mentre non ci sono mai riusciti big come Massimiliano Rosolino, Domenico Fioravanti, Filippo Magnini e Gregorio Paltrinieri. A completare la festa tricolore ci pensa a fine serata la tarantina Pilato che a 17 anni si conquista l’oro nei 100 rana grazie ad uno sprint da campionessa di razza. Con il suo exploit a Budapest, Ceccon cancella anche il tabù nel dorso che finora aveva visto solo Stefano Battistelli sul podio con l’argento nei 200 dorso a Perth 1991, emulato tre anni dopo ai mondiali di Roma 1994 da Lorenza Vigarani: unica nuotatrice italiana a medaglia nella specialità che si nuota all’insù. «Magari devo ancora realizzare perché il tempo è davvero molto basso - racconta il 21enne di Schio allenato da Alberto Burlina al centro federale di Verona -. Il record è la ciliegina sulla torta, tanta roba. Murphy ha provato a mettermi in difficoltà ma sapevo di sentirmi bene, avevo grande consapevolezza. Forse oggi ero imbattibile anche se avessero partecipato i due russi». Ed è immensa anche Benedetta, che a Budapest nei 100 rana dimostra di essere diventata un’atleta completa, ipercompetitiva anche sulla distanza olimpica che finora le aveva riservato più delusioni che gioie come la squalifica in batteria alle Olimpiadi. La 17enne tarantina vince in 1'05"93 (in semifinale 1'05"88) precedendo di cinque centesimi la tedesca Anna Elendt, che aveva il miglior tempo delle semifinali. Ma si sa, la finale è un’altra gara. Ci vuole coraggio, temperamento e sfrontatezza, quella che non manca alla vicecampionessa mondiale dei 50. Fuori dal podio in 1'06"07 Lilly King (campionessa mondiale 2017 sui 50 e 100, campionessa olimpica del 2016 e bronzo a Tokyo, nonché primatista mondiale), che resta a cinque centesimi dell’ex enfant prodige Ruta Meilutyte, la lituana che 10 anni fa, a 15 anni, vinceva Olimpiadi, mondiali ed europei a suon di record per poi sparire. «Era la mia prima finale mondiale nei 100 rana e già ero contenta di averla raggiunta. Aver vinto è davvero sorprendente - ammette la tarantina - Prima della gara piangevo di gioia per Ceccon che mi ha fatto rivivere le sensazioni provate quando ho stabilito il record mondiale e adesso eccomi qua con l’oro al collo. Siamo una nazionale fortissima. Siamo uniti, vinciamo, sembra venire tutto facile». Alla gioia irrefrenabile per Ceccon e la Pilato, si contrappone, invece, la grande delusione per Simona Quadarella che scivola fuori dal podio mondiale dopo il bronzo del 2017 e il successo a Gwangju 2019. La 23enne romana non va oltre il quinto posto in 16'03"84 come a Tokyo e restituisce la corona alla primatista mondiale Katie Ledecki, imbattuta ai mondiali dal 2013 che in Corea del Sud dovette rinunciare alla finale per un’improvviso malessere. «Purtroppo ero irriconoscibile fin dall’inizio - ammette l’azzurra in lacrime - Mi sembra di vivere un incubo. In batteria avevo nuotato bene e anche in allenamento avvertivo buone sensazioni. Il podio era sicuramente alla mia portata. Adesso devo resettare e pensare agli 800 sperando in un esito diverso», conclude la vice campionessa degli 800 stile libero, nonché bronzo olimpico».