Nasce il "Palermo City". I rosanero entrano ufficialmente nell’orbita del City Football Group, divenendone la dodicesima squadra della holding calcistica controllata dallo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan. Un grande network del pallone che dispone della proprietà totale o parziale di club nelle principali città del mondo, dal Manchester City al New York City, fino al Melbourne in Australia e al Mumbai City in India. «Siamo felici e orgogliosi di essere qui, conosciamo - dice il manager Ferran Soriano (Ceo del Manchester City), nel corso di una conferenza stampa sul nuovo assetto societario - la storia importante di del Palermo e sappiamo che per noi è una opportunità fantastica. Partiamo dal lavoro che è stato fatto finora, un lavoro impressionante dalla serie D a oggi. Vogliamo fare di più e il nostro sogno, il sogno di tutti i palermitani, è di andare in serie A». Dario Mirri «resta presidente e confermo che il City ha acquisito l’80% del club e il 20% resta a Dario».
Mirri: "Si apre una nuova era, un'era di competenze e migliori"
Mirri, commosso, è sicuro di avere messo la società «nelle mani migliori. Il Palermo avrà un futuro. Ho fatto il massimo e ora sappiamo come finirà, finirà bene. Si apre una era nuova, un’era di competenze nuove e migliori. Sta alla città ora: mi aspetto che tifosi, istituzioni, tutti, facciano la loro parte». Poi, incalzato dalle domande, il catalano Soriano in un buon italiano spiega che la A «è un obiettivo per i prossimi anni. Questo club la merita, ma serve tanto lavoro. L’obiettivo per il prossimo anno è restare in Serie B, dove i livello è molto alto, ma sogniamo di arrivare in A il più presto possibile. La passione l’abbiamo tutti, ma serve lavoro, intelligenza e molta pazienza. Da oggi il Palermo è parte di una famiglia e l’aiuteremo in tutti i modi, ma abbiamo bisogno della città». Nel gruppo, sottolinea il manager del City, ci sono «azionisti spettacolari», degli Emirati o degli Stati Uniti, il cui entusiasmo «è alto per questa operazione perchè capiscono molto bene l’opportunità importante. Guardiola mi ha chiesto se c'è il sole a Palermo... sa quello che stiamo facendo qui, lui e gli altri conoscono questo passaggio e sono felici di questa opportunità. Ogni partita del Palermo sarà vista da tante persone del City, almeno 4 mila, che accompagneranno la squadra e il club nei momenti di sofferenza e in quelli felici. E i giocatori del Palermo saranno visti da tutti, avranno questa chance, così come c'è la possibilità di portare al Palermo altri giocatori dei nostri club». Avanti tutta, dunque, con il nuovo progetto, ma «per raggiungere i nostri obiettivi - avverte Soriano - serve stabilità, con un allenatore e un direttore sportivo che hanno fatto un grande lavoro e che per questo resteranno con noi. La stabilità è una delle ragioni del successo, non ci possono essere troppi cambi. Possiamo lavorare insieme a Baldini come facciamo con tutti gli altri allenatori. La nostra ambizione è trovare nuovi talenti, ma vogliamo stare comodamente in B, per questo serve un mix di esperienza e giovani talenti. Lo costruiremo nelle prossime settimane. E avremo come altrove una squadra maschile e una femminile».
Previsto un investimento per un centro sportivo di qualità
Il Palermo, nell’ottica del City, «ha bisogno di un centro di allenamento migliore, è previsto un investimento e sarà dello stello livello dei nostri altri club presenti negli altri Paesi. La metodologia di allenamento sarà la migliore del mondo e la piattaforma del nostro gruppo consente ai ragazzi di crescere nei tanti Paesi in cui siamo presenti». Ma, conclude Soriano, «abbiamo bisogno della città, dello stadio pieno, come ai playoff che sono stati una dimostrazione straordinaria e impressionante di entusiasmo». Lo segue il presidente Dario Mirri: «Serve l’impegno di tutta la città, altrimenti neppure il grande City può vincere questa sfida. Dobbiamo riempire lo stadio, partecipare tutti. Giovedì partirà la campagna abbonamenti. La città deve dimostrare di volere essere parte di questa avventura. Riempiamo lo stadio e facciamo vedere a tutti che siamo la quinta città d’Italia».