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Reggina, Inzaghi già pazzo degli amaranto: “Siamo vincenti, ma l'inizio sarà in salita” VIDEO

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C'è il clima del grande evento al “Granillo”. Sembra quasi che le lancette dell'orologio, di botto, abbiano riportato il popolo amaranto indietro di 20 anni, quando l'habitat naturale della Reggina era la serie A. E quando Filippo Inzaghi, in campo, si guadagnava a suon di gol la nomea di Super Pippo gol. Oggi il bomber siede in panca. Per tre anni, contratto alla mano, su quella amaranto.

La gioia del patron

A rompere il ghiaccio è il patron Felice Saladini. «Inzaghi è il sintomo che possiamo sognare. Volevo un club formato da gente onesta e ce la stiamo facendo. Nel prenderlo abbiamo fatto gioco di squadra: dal presidente Cardona fino al direttore Martino e al ds Taibi».

Gli fa eco il presidente Cardona. «Al tecnico abbiamo chiesto una cosa chiara: giocare bene al calcio, nulla di più. Il club Saladini lo ha rilevato 20 giorni fa, eppure il tecnico e lo staff erano consapevoli di questo: con umiltà pazzesca Inzaghi e i suoi hanno accettato con signorilità e compostezza la nostra proposta. Sarà una partenza in salita perché abbiamo ricominciato da zero: le prime due partite le giocheremo lontano dal “Granillo”.

La prima di Super Pippo

«Saluti tutti e ringrazio i presidenti Saladini e Cardona. Sapevo da dove saremmo dovuto ripartire, bisognerà rimboccarsi la maniche. C'è tutto però: ambiente e tifo, ma anche una durata del contratto indicativa. Ho preso alcune mazzate che mi hanno deluso umanamente. Qui ho trovato un presidente che ha fatto cose straordinarie, grande trasporto e umanità incredibile. Chiedo alla gente di avere pazienza. Siamo dei vincenti, certo, ma tutte le componenti devono andare nella stessa direzione. L'inizio sarà complicato. Mi dispiace dover giocare le prime partite lontano da casa, anche perché ho toccato con mano già il carico della tifoseria, sin dall'arrivo in aeroporto. Sono molto felice».

Da Formentera... alla panchina

«Ero a Formentera con mio figlio e la mia compagna... in mezzo al mare, avevo deciso di prendermi un attimo di serenità dopo un'annata complicata. Se la Reggina non avesse fatto ciò che ha fatto sarei rimasto lì. Sarei stato disposto a restare fermo, ma questa società merita. A Formentera l'ho fatto mangiare bene. Il pubblico? Mi ha trasmesso sempre grande affetto. Il mio Instagram è inondato di messaggi: difficile rispondere a ogni tifoso, non riesco a rispondere a tutti ma li ringrazio di cuore».

Ritiro e squadra

«Ancora non ho parlato con i ragazzi, ma voglio vederli all'opera. Menez lo conosco e sono contento di averlo rivisto ma anche lui dovrà mostrarmi di essere attaccato: abbiamo poco tempo per diventare squadra: abbiamo 14-15 avversarie che vogliono andare in serie A. Competitivi? Non so tra quanto tempo, ma se il presidente agirà come ha fatto con me sono tranquillo. I giovani? Cercherò di capire i giocatori a disposizione cosa potranno darmi».

Approccio in campo e il confronto con... Simone

«Cercheremo di vincere e di essere aggressivi. Dobbiamo cercare di vincere puntando sul coraggio, non mi piacciono le squadre che giocano a difesa del punticino. La squadra? I direttori sanno cosa cerco. La serie A? Non ha senso parlarne adesso. Ci vuole impegno e capacità di saper soffrire. Teniamo conto che la società ha già fatto un miracolo a essere qua. Se ho sentito Simone? Certo, siamo in contatto due o tre volte al giorno. Mi ha chiesto se fossi felice di questa scelta e ho risposto in maniera affermativa. Il modulo? A me piace il 4-3-3, però poi vediamo cosa ci sarà a disposizione: non sono integralista».

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