«Ho smesso di credere di poter continuare a giocare dopo una serie di infortuni». Eccola qui la ragione principale che ha portato Roger Federer ad annunciare il suo addio al tennis, dopo una carriera irripetibile che lo ha portato per anni nell’Olimpo del tenni-, A spiegarlo è lo stesso 41enne campione svizzero in una intervista alla Bbc a poche ore dal suo ultimo match, probabilmente un doppio nella Laver Cup a Londra con il rivale di sempre Rafael Nadal.
«Gli ultimi tre anni sono stati a dir poco difficili - ha aggiunto Federer, il cui ultimo Slam vinto risale al 2018 agli Open d’Australia - Sapevo di essere su una lastra di ghiaccio molto sottile in quest’ultimo anno, da quando ho giocato a Wimbledon. Ho provato a tornare ma c'era un limite a quello che potevo fare. E ho smesso di crederci, a dire il vero».
Federer sperava di tornare a giocare a tempo pieno nel 2022, ma ha detto che non è andata come pensava. «Molto rapidamente ci siamo resi conto che era così. Poi la domanda diventa: come si annuncia e quando si annuncia? Sono state settimane dalle forti emozioni per poter passare attraverso quelle parole e cercare di farlo bene, in modo da ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato in questo lungo percorso».
L’evento a squadre della Laver Cup a Londra da venerdì darà a Federer un’ultima possibilità di giocare in modo competitivo come parte dei «Big Four» che hanno dominato il tennis negli ultimi due decenni. Rafael Nadal, che detiene il record di titoli del Grande Slam con 22, Novak Djokovic, che ne ha vinti 21, e il due volte campione di Wimbledon Andy Murray giocheranno tutti insieme come parte del Team Europe. «Sono abbastanza sorpreso di come sto giocando bene negli allenamenti qui - assicura lo svizzero - Ma era già chiaro in anticipo che avrei giocato solo in doppio, probabilmente venerdì sera. Ecco perché arrivare fino a giocare agli Swiss Indoors a Basilea non era più un’opzione praticabile. L’addio? Ho sempre respinto i miei pensieri sul ritiro - ha poi ammesso Federer - Ho sempre detto, più ci penso, più sono già a metà pensione e questo non è il modo di andare a lavorare, per me come tennista: quindi no, mi dicevo, lo affronterò quando arriverà». E ora che il momento è arrivato lo svizzero pensa alla sua seconda vita fuori da campo da tennis: «Non avrei mai pensato di dire una cosa del genere ma sei mesi fa all’improvviso ho pensato: perché non commentare il tennis un giorno, chissà? Anche se ho sempre detto che non l'avrei mai fatto. Ma magari alcune partite di Wimbledon...».
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