Risoluta e autorevole, sempre nel vivo dell’azione senza però ergersi a "protagonista". E’ stato un esordio decisamente positivo quella della prima arbitro donna a dirigere una partita di serie A. Incontro che entrerà nella storia minima calcistica e non per il pur clamoroso 5 a 0 inflitto dai padroni di casa del Sassuolo alla Salernitana ma proprio per la prima volta di una "giacchetta nera", ora in completo giallo fluo, donna. Maria Sole Ferrieri Caputi, 32 anni il mese prossimo, ha fischiato "solo" 18 volte assegnando 10 falli a favore dei vincitori e 8 per gli ospiti.
Due gli ammoniti, uno per parte. Ha discusso con i giocatori in qualche occasione ma sempre decisa, calmando gli animi e tenendo i contendenti delle due squadre alla giusta distanza senza ricorrere alle "maniere forti". Un incontro nel complesso corretto mai trasceso neanche in occasione del rigore assegnato al Sassuolo.
Ferrieri Caputi è stata decisa nella sua decisione, ha replicato alle proteste, comunque contenute, di Maggiore della Salernitana autore del fallo, e invitato tutti alla calma in attesa del verdetto del Var che ha confermato quanto deciso dall’arbitro.
Per ora Ferrieri Caputi, entrata a 17 anni nella sezione Aia di Livorno, si gode il suo ruolo di donna arbitro in solitaria ma non mancheranno altre giacchette nere al femminile assicurano della Lega: «E' la prima donna a dirigere una partita nella massima serie, ma non l’ultima», recita infatti un tweet.
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