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L'addio a Vialli: la messa a Cremona, cinque maglie ai piedi dell'altare e tanti ex

Ai piedi dell’altare, ci sono le cinque maglie di Gianluca Vialli: quella grigiorossa della Cremonese, quella bianconera della Juventus e quella blucerchiata della Sampdoria, poi quelle della Nazionale e del Chelsea. Intorno, nella chiesa di Cristo Re dove si è tenuta la messa in suffragio, nel cuore del quartiere che lo ha visto crescere nella sua Cremona, c'è tutto il suo mondo: i familiari, gli amici cremonesi, il patron della Cremonese, Giovanni Arvedi, con i ragazzi delle giovanili e gli ex grigiorossi Mario Montorfano e Claudio Bencina. E ci sono tanti degli ex calciatori che con Stradivialli hanno condiviso la carriera. Nella Samp: visibilmente commossi Gianluca Pagliuca, Chicco Evani, Giovanni Invernizzi con Fausto Pari e Fausto Salsano, Luca Pellegrini, Pietro Vierchowod, Marco Lanna e Attilio Lombardo, volti di quella "Bella stagione" che ha reso immortale la squadra che con le reti del lord del gol e gli assist di Roberto Mancini conquistò Coppa della Coppe e scudetto sfiorando la Coppa dei Campioni. Nella Juventus: non mancano all’ultimo ideale saluto, in attesa del funerale a Londra, Fabrizio Ravanelli, Ciro Ferrara, Angelo Peruzzi con Michele Padovano, Alessio Tacchinardi con Roberto Bettega. La messa è celebrata dal vescovo di Cremona, Antonio Napolioni: «Dalla qualità dei nostri pensieri su Vialli - ha detto il vescovo - brilla la qualità di un uomo che è stato grande in vita e anche nella morte. Ha saputo giocare con il sorriso anche la partita dell’esistenza oltre a quella sul campo. Ha scelto la vita e non il male, non si è fatto annichilire dalla malattia. Siamo qui per dirti grazie Gianluca».

In prima fila il sindaco Gianluca Galimberti e l’assessore regionale lombardo al Welfare, Guido Bertolaso. Prima della funzione, e all’uscita, il ricordo commosso dei suoi ex compagni venuti ad omaggiarlo. Bettega, fra i primi ad arrivare: «In questi giorni l’immagine del suo bacio alla coppa dei Campioni era ovunque, ma i miei ricordi più belli sono umani e non sportivi» spiega. Sfilano subito dopo Lombardo e Salsano. "Ancora una volta ha mostrato un coraggio incredibile nella malattia, un esempio per tutti come lo era in campo - ricorda il primo -. Sorridente, scherzoso ed intelligente come sempre, anche nella malattia». Salsano aggiunge: «Più che un amico era un fratello. Difficile pensare che non ci sia più». Riccardo Ferri è stato uno dei suoi avversari più arcigni con l'Inter, ma anche compagno di Nazionale: «Il mio rammarico più grande è non avergli detto di persona quanto di buono è emerso in questi giorni» mostra il suo rimpianto. C'è Ferrara, tra i banchi: «Siamo stati insieme tanti anni, prima da compagni e poi da avversari. Era forte, contro di me e con me. Ma è stato molto più forte fuori dal campo, di uno spessore e di un’educazione incredibile». Pagliuca è troppo commosso per lasciarsi andare, Lanna sottolinea «il suo grande legame con Genova e con la Samp. Persona positiva ed intelligente, era un leader nato». E così, leader in campo e fuori, simbolo di resistenza e coraggio, lo mostrano a una manciata di chilometri di distanza anche le immagini proiettate su palazzo comunale, nel cuore della città: Vialli giovanissimo in grigiorosso, Vialli in gol con la Cremonese. «Ciao, Gianluca» è la scritta che scorre. Sopra l'abbraccio iconico con il «Mancio».

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