Lunedì 25 Novembre 2024

L'Inter riparte, batte il Lecce e torna seconda. Roma, tiri... Mancini alla Juve (tre pali!)

 
 
 
 
 
 

INTER-LECCE 2-0 RETI: 29' pt Mkhitaryan; 8' st Martinez. INTER (3-5-2): Onana 6; Darmian 7, Acerbi 7, Bastoni 6.5; Dumfries 7 (33' st D’Ambrosio sv), Barella 6.5, Calhanoglu 7 (33' st Gagliardini sv), Mkhitaryan 7.5 (26' st Brozovic 6), Gosens 7 (46' st Zanotti sv); Dzeko 6, Martinez 7 (26' st Lukaku 6). In panchina: Handanovic, Cordaz, De Vrij, D’Ambrosio, Bellanova, Asllani, Carboni. Allenatore: Inzaghi 7. LECCE (4-3-3): Falcone 6; Gendrey 5, Tuia 6 (20' st Romagnoli), Umtiti 5.5, Pezzella 5; Maleh 5 (12' st Blin 5.5), Hjulmand 5.5, Gonzalez 5 (37' st Helgason sv); Strefezza 5 (12' st Oudin 5.5), Ceesay 5.5 (37' st Banda sv), Di Francesco 5. In panchina: Bleve, Brancolini, Askildsen, Colombo, Ceccaroni, Lemmens, Cassandro, Gallo. Allenatore: Baroni 5.5. ARBITRO: Manganiello di Pinerolo 6. NOTE: cielo sereno; terreno di gioco in condizioni non ottimali. Nessun ammonito. Angoli: 6-4 per l’Inter. Recupero 3'; 3'. Simone Inzaghi aveva chiesto una reazione alla sua Inter e la reazione è arrivata. Magari non con una prestazione scintillante, anzi quasi da massimo risultato con il minimo sforzo, ma dopo la sconfitta contro il Bologna i tre punti con il Lecce erano fondamentali. Missione compiuta per i nerazzurri con un gol per tempo, prima Mkhitaryan e poi Lautaro Martinez, con una prova concreta e una risposta di carattere dopo una settimana anche di critiche per le ultime gare. Un successo che ha permesso all’Inter di riprendersi il secondo posto in classifica, tornando a -15 dal Napoli e rinforzando la propria posizione nella corsa alla qualificazione alla prossima Champions League, superando nuovamente la Lazio e staccando il Milan. La squadra di Inzaghi, dopo le difficoltà in trasferte viste anche al Dall’Ara, si conferma così ancora a due facce nel rendimento lontano dal Meazza e in casa, perché (spinta anche contro i salentini da oltre 75mila tifosi arrivati a San Siro) tra le mure amiche prosegue la sua marcia da piani alti: si parla infatti di 33 punti in 13 giornate, otto vittorie nelle ultime nove gare, ben 27 gol fatti e soltanto sei reti incassate. Può poco il Lecce, che ci prova soprattutto in avvio e nel finale di partita senza però creare enormi pericoli alla porta di Onana, dopo una prestazione forse troppo timorosa in diversi momenti della gara. Una sfida per cui Inzaghi, aspettando i rientri di Skriniar e Dimarco, si affida ancora all’esperienza di Mkhitaryan e Dzeko, con Brozovic e Lukaku ancora dalla panchina in avvio. L’Inter nei primi minuti punta soprattutto a togliersi dalle spalle le brutte sensazioni della sfida del Dall’Ara, ma corre qualche pericolo in avvio con conclusioni di Maleh e Ceesay su cui la difesa interista salva senza eccessive preoccupazioni. Le scelte di Inzaghi vengono ripagate quantomeno per quanto riguarda Mkhitaryan, perché è proprio l’armeno a sbloccare il risultato alla prima vera conclusione in porta dei nerazzurri: volata sulla sinistra di un positivo Gosens, cross basso per Barella che serve l’accorrente Mkhitaryan che col piatto destro insacca all’incrocio realizzando il suo secondo gol consecutivo al Meazza dopo quello con l’Udinese. La reazione del Lecce è eccessivamente timida, anche dopo l'intervallo. L’Inter ne approfitta, tiene in mano il pallino del gioco e quando riesce attacca per fare male. Come quando Barella innesta una fuga sulla destra di Dumfries che serve Lautaro, destro sporco per il capitano interista ma basta per battere Falcone e regalare il raddoppio ai nerazzurri. Baroni prova a scuotere i suoi con i cambi dalla panchina, ma anche i subentrati fanno troppo poco per provare a impensierire la retroguardia dei padroni di casa. L’Inter torna così a vincere e riprende la corsa nella lotta per la qualificazione alla prossima Champions League: settimana prossima ci sarà una nuova prova, in casa dello Spezia, per capire se i nerazzurri potranno superare il mal di trasferta e concludere al meglio il campionato, con un occhio anche a Champions e Coppa Italia. ROMA-JUVENTUS 1-0 RETI: 8' st Mancini. ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio 6; Mancini 7, Smalling 6.5, Ibanez 7; Zalewski 5 (18'st Karsdorp 6), Cristante 6, Matic 6.5, Spinazzola 6.5; Pellegrini 6 (41'st Belotti sv), Wijnaldum 5 (27'st Bove 6); Dybala 6 (27' st Abraham 6). In panchina: Boer, Svilar, Llorente, Celik, Kumbulla, Camara, Volpato, El Shaarawy. Allenatore: Mourinho 6. JUVENTUS (3-5-1-1): Szczesny 6; Danilo 6, Bremer 6, Alex Sandro 6 (1'st Bonucci 5.5); Cuadrado 5.5 (44'st Kean 4), Fagioli 6 (14'st Chiesa 6), Locatelli 6 (31'st Paredes sv), Rabiot 6.5, Kostic 6.5 (31'st Pogba 6); Di Maria 6.5; Vlahovic 6. In panchina: Pinsoglio, Perin, Gatti, Rugani, Miretti, Soulè, Barrenechea, Kean, Iling. Allenatore: Allegri 6. ARBITRO: Maresca di Napoli 6. NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni. Espulso al 45'st Kean per condotta violenta. Ammoniti: Locatelli, Matic, Cristante, Spinazzola, Kostic. Angoli: 6-2 per la Juventus. Recupero: 1' pt, 7' st. Dopo la deludente sconfitta in casa della Cremonese, la Roma torna subito a sorridere davanti ad un Olimpico strapieno, battendo di misura la Juventus. Finisce 1-0 grazie ad un siluro di Mancini nelle prime battute della ripresa, che permette alla squadra di Josè Mourinho di salire a 47 punti alla pari del Milan e a-1 dal terzo posto della Lazio. Reduci da quattro vittorie di fila in campionato, invece, gli uomini di Max Allegri sono costretti ad un brusco stop che li fa restare a quota 35 alla pari del Bologna, impegnato domani contro il Torino. Bianconeri che chiudono anche in inferiorità numerica per il rosso diretto sventolato a Kean al 90', entrato da un minuto ed autore di un brutto gesto di reazione ai danni di Mancini. Succede pochissimo nelle prime battute di una gara molto bloccata, con le due squadre che si studiano e combattono nella zona centrale del campo affondando rarissimi colpi. Il primo vero squillo arriva solo al 26' ed è di marca giallorossa, con il grande ex di turno Dybala che tenta una conclusione a giro da fuori calciando però tra le braccia di Szczesny. Proprio a ridosso dell’intervallo, invece, sono i bianconeri a creare una nitida palla gol: Danilo crossa sul secondo palo dove s'inserisce Rabiot, che di testa chiama al riflesso di piede Rui Patricio, bravo a salvarsi anche con l’aiuto del palo. Nei primi minuti della ripresa si rompe l’equilibrio: è il 53' quando Mancini lascia partire un gran diagonale destro da fuori area che non lascia scampo a Szczesny per l’1-0 della Roma. La Juve risponde una manciata di minuti più tardi con una punizione velenosa di Cuadrado, che scheggia il palo alla destra di Rui Patricio. La gara resta viva e in equilibrio, anche se i giallorossi al 75' avrebbero la chance di chiuderla parzialmente con Smalling, che ad un paio di metri dalla linea di porta trova la parata di Szczesny dopo un colpo di testa. Nel finale i bianconeri continuano a crederci tentando numerosi assalti alla porta capitolina: al 78' ci prova Di Maria impegnando in tuffo il portiere, mentre una manciata di minuti più tardi arriva il terzo palo della serata juventina, con Mancini che viene salvato dal legno da un possibile autogol. Prima dei sette lunghissimi minuti di recupero la Juve resta anche in dieci uomini per il rosso diretto a Kean, che rifila un calcione allo stesso Mancini dopo qualche secondo dal suo ingresso in campo. All’ultimo istante disponibile Danilo avrebbe sul destro la palla del possibile pareggio, ma Rui Patricio neutralizza la sua conclusione difendendo l’1-0 romanista.

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