Impresa di Lorenzo Musetti al torneo di Montecarlo, terzo Masters 1000 stagionale: il toscano ha battuto, in rimonta, negli ottavi di finale il n.1 della classifica Atp Novak Djokovic con il punteggio di 4-6, 7-5 6-4. Nei quarti di finale ora Musetti affronterà Jannik Sinner.
Cronaca di un'impresa
Il miracolo arriva alle 19.50 di una piovosa serata monegasca quando Lorenzo Musetti batte il numero uno al mondo Novak Djokovic dopo quasi tre ore di battaglia. Lo stesso Musetti che aveva raccolto qualche briciola da inizio gennaio a oggi e al cui nome era giusto avvicinare il termine «crisi». Domani andrà in scena un altro match da fine del mondo: il quarto di finale tutto azzurro fra Lorenzo e Sinner. Il che significa che sabato in semifinale nel 1000 di Montecarlo ci sarà un giocatore italiano in possesso, chiunque sia, di un gran numero di possibilità di vincere il torneo. E’ stato un match pazzo, interrotto per pioggia, con un Djokovic che per tre quarti di partita - a causa del vento e con qualche responsabilità del braccio destro dolorante - ha servito a velocità volandriane con la seconda anche a soli 120 chilometri l’ora. Con Nole avanti 6-4 4-2 che s'infuria (a ragione) per una palla fuori giudicata buona (a Montecarlo l’Occhio di falco ha solo funzioni televisive e non decisionali) quando invece era ampiamente fuori e da lì il vento cambia direzione: da scirocco diventa tramontana. Nole sbaglia l’insbagliabile e Lorenzo diventa dominante. Così dominante da costringere il numero uno alla difensiva: una situazione tattica rarissima e vedersi quando il serbo è in campo. Finisce con coach Tartarini in lacrime, Lorenzo quasi e tutti gli altri a domandarsi: ma dov'era finito Musetti in questi primi tre mesi e mezzo dell’anno? Qual è la parentela fra quello che nel terzo set ha spesso preso a pallate Djokovic e quello che a Marrakech, sempre sulla terra, pochi giorni fa ha perso contro il carneade Alexandre Muller? Il tennis è sport strano ma il talento non si dissolve nel nulla. Magari si addormenta, si dimentica di se stesso: ma c'è sempre un momento in cui riemerge o si sveglia. E da lì in poi, da quel 4-6/7-5/6-4 tutto può cambiare.