Il giorno del verdetto. Stasera a San Siro va in scena l'attesissima semifinale di Champions di ritorno tra Inter e Milan.
Qui Inter
Guai a farsi venire il braccino dopo il 2-0 dell’andata: serve un’altra prestazione «da Inter». Il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi lancia così un messaggio ai suoi giocatori, alla vigilia della semifinale di ritorno in Champions League contro il Milan. La finalissima è lì ad un passo, ma guai a pensare che sarà facile per Lautaro e compagni. "È una vigilia importantissima, domani sappiamo che è una delle partite più importanti della storia dell’Inter. Sappiamo l'importanza della partita, quello che riveste per noi, la società e i tifosi. La dovremo interpretare nel migliore dei modi», ha spiegato Inzaghi in conferenza stampa. «Ci vorranno testa fredda e cuore caldo, come ho già detto è l’unica strada per interpretare al meglio partite come quella di domani. Dipende da noi, sappiamo chi affrontiamo ma siamo in un ottimo momento. Siamo pronti per una partita così importante».
La vittoria per 2-0 all’andata non basta infatti per essere tranquilli. «Sappiamo di avere un meritato vantaggio ma non dovremo gestire, dovremo fare una partita da Inter perché di fronte ci sarà una squadra con grande qualità. Dovremo fare la partita da Inter sapendo che ci saranno insidie ma tutti insieme cercheremo di uscirne nel modo migliore», ha proseguito Inzaghi.
"Siamo a 90' da un sogno che avevamo insieme a questi ragazzi splendidi e grazie a loro siamo arrivati così avanti. Siamo una squadra matura e seria, abbiamo un vantaggio ma non si è fatto ancora nulla. L’ho detto a loro, non dovremo assolutamente speculare sul risultato. Il braccino non deve venire, sono giocatori importanti che sanno il valore della partita». Guai a sbagliare, come sottolineato anche da Francesco Acerbi in conferenza stampa. «Se non passiamo domani, sarà una stagione di m..., un disastro; se passeremo invece magari ci esalteranno. Io dico che finora è una buonissima stagione, ma che manca un pezzettino. Mi aspetto dal Milan una prova d’orgoglio e il massimo impegno», le parole del difensore. Non manca anche una frecciatina verso l’arbitro della sfida di domani, il francese Clement Turpin, da parte di Inzaghi.
"Difficilmente parlo degli arbitri anche se a volte non riesco a trattenermi. Nella partita di andata c'è stato un episodio che bisognava valutare diversamente, ovverosia il fallo di Krunic su Bastoni, che avrebbe dato un risultato diverso e importantissimo - il commento dell’allenatore interista -. Non è stato così e non c'è nessunissimo problema. In tanti mi hanno segnalato la designazione di un arbitro francese per domani con il Milan che ha quattro francesi in rosa ma non c'è nessun problema, ho la massima fiducia». Nessun dubbio di formazione invece per Inzaghi, che sceglierà gli undici già titolari all’andata. Niente Lukaku, quindi, nonostante lo stato di forma del belga. «Romelu ha lavorato tantissimo ed è arrivato in questo mese nel miglior dei modi. Lukaku tre gare in questo momento non so se può gestirle come ha fatto con tanta qualità nelle ultime due gare», la spiegazione del tecnico.
Qui Milan
«Le imprese esistono e noi ci crediamo» è l’evoluzione dialettica del «sarà difficile, ma non è impossibile» pronunciato pochi giorni prima. Stefano Pioli non cerca iperboli per idealizzare un concetto che non deve perdere concretezza. Meno poeta e più ingegnere, insomma, con un ragionamento lineare che non lascia dubbi d’interpretazione: "Per giocarcela, dovremo giocare una partita ad alto livello. Se dovessimo stare al di sotto di quel livello, rischieremmo di perdere». Un sistema binario, senza vie di mezzo: da ribaltare c'è lo 0-2 dell’andata, se si vuole prendere il biglietto che porta a Istanbul. E il Milan si gioca tutto quel che gli rimane: energie, aspettative e futuro. Tanto che dall’ottenimento del passaggio del turno ne va del giudizio sull'intera annata.
Visto che «tante cose non sono andate come dovevano andare: in campionato volevamo ripeterci», ha confessato Sandro Tonali alla vigilia. Per Pioli, la finale può ancora avere tinte rossonere come «nessuno avrebbe mai pronosticato. E come ora nessuno pensa possa essere». Lui ci crede, ma non chiede atti di fede. Semmai la possibilità di giocarsela al pieno delle proprie possibilità. A partire dall’organico, che dopo il test pomeridiano di oggi gli ha rimesso la freccia Leao in faretra. La rifinitura di Milanello ha detto che anche Krunic e Messias potranno essere della partita: «Dovremo ripartire dal secondo tempo dell’andata, sapendo però che non sarà sufficiente. Serve alzare il livello di gioco: la partita è lunga e vogliamo cominciarla al meglio, cercando di vincere i duelli e sfruttando i loro errori. Perché anche loro ne fanno».
Aggressione sin dal fischio d’inizio, quindi, sperando in un gol in avvio che possa riaprire da subito il discorso qualificazione. «Chi fa sport ad alto livello, sa che le imprese esistono», spiega infatti Pioli. Dando l’idea di quale sia l'approccio alla gara più importante della carriera. E l'antologia del calcio non gli dà torto: perché non c'è solo l'altra finale di Istanbul e il Liverpool, ma innanzitutto il 6-1 del Barcellona che polverizzò il 4-0 del Psg nell’andata degli ottavi di Champions del 2017. O il 3-5 dei quarti del Mondiale '66, con la Corea del Nord rimontata e schiantata dal poker di Eusebio. Portoghese come Leao, a cui Pioli affida una maglia da titolare accanto a Brahim Diaz, nella posizione di trequartista rimasta orfana dell’infortunato Bennacer. E con Saelemakers dall’altra parte e alle spalle di Giroud. Un Milan d’attacco, insomma, con la curva che «ieri ci ha voluto fa sentire la propria vicinanza», ha spiegato ancora Tonali, riferendosi ai tanti tifosi giunti a Milanello, poche ore dopo il faccia a faccia del Picco su cui la Procura della Figc aveva detto di volerci vedere chiaro. «La partita di domani ha dentro tanto», ha riassunto Pioli. «Sarà una sfida lunga, in cui dovremo sfruttare i loro errori. Perché anche loro ne fanno. Abbiamo la qualità per ribaltare il risultato». E firmare una nuova impresa, a 50 anni esatti dalla vittoria della Coppe delle Coppe e nel giorno dei 78 anni di Massimo Moratti. Perché per essere un’impresa, anche i dettagli sapranno fare la differenza.
Le probabili formazioni
Inter (3-5-2): 24 Onana; 36 Darmian, 15 Acerbi, 95 Bastoni; 2 Dumfries, 23 Barella, 77 Brozovic, 22 Mkhitaryan, 32 Dimarco; 10 Lautaro Martinez, 9 Dzeko. (1 Handanovic, 21 Cordaz, 5 Gagliardini, 6 De Vrij, 8 Gosens, 11 Correa, 12 Bellanova, 14 Asllani, 20 Calhanoglu, 33 D’Ambrosio, 90 Lukaku). All.: S.Inzaghi.
Milan (4-2-3-1): 16 Maignan; 2 Calabria, 24 Thiaw, 23 Tomori, 19 Theo Hernandez; 33 Krunic, 8 Tonali; 56 Saelemaekers, 10 Diaz, 17 Leao; 9 Giroud. (83 Mirante, 92 Nava, 5 Ballo-Touré, 12 Rebic, 20 Kalulu, 24 Kjaer, 25 Florenzi, 27 Origi, 30 Messias, 32 Pobega, 46 Gabbia, 90 De Ketelaere). All.: Pioli.
Arbitro: Turpin (Fra)
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