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“Made in Italy”, i ’70 raccontati attraverso la Moda. Nel cast il messinese Bruschetta

La fiction creata da Camilla Nesbitt dal 13 gennaio su Canale 5 per quattro prime serate

Un periodo fondamentale della storia del costume, in un Paese che cambia, tra tensioni sociali e spinte verso nuovi orizzonti di libertà, nella fiction “Made in Italy”, dal 13 gennaio su Canale 5, per quattro prime serate, dopo il debutto nel 2019 su Amazon Prime Video. Creata da Camilla Nesbitt e prodotta da Taodue e The Family con la regia di Luca Lucini e Ago Panini, la serie immette lo spettatore nell’universo patinato della moda Made in Italy degli anni ’70, che ha visto l’esordio delle più grandi firme italiane del settore, con stilisti talentuosi capaci di interpretare gusti ed esigenze del tempo, in linea con una concezione di libertà da “indossare” anche attraverso l’outfit.

Ambientata nella Milano del 1974, la trama segue la storia della ventitreenne Irene Mastrangelo (Greta Ferro), figlia di immigrati dal Sud e prossima alla laurea in Storia dell’Arte, che decide di mantenersi lavorando come assistente redattrice nella prestigiosa rivista “Appeal”. Il mondo della moda, stravagante e ricco di stimoli, affascinerà da subito la giovane, che verrà quasi “adottata” dalla severa Rita (Margherita Buy), l’anticonformista redattrice senior che, intuendo da subito le sue potenzialità, la aiuterà a farsi strada nel complicato ma affascinante ambiente della nascente moda italiana, in procinto di competere a livello internazionale con quella francese.

Comincia così per Irene un percorso che la porterà a comprendere come quel mondo possa rappresentare la sua scelta di vita. Ma non sarà facile convincere il fidanzato Luigi (Giorgio Musumeci) e i genitori, mamma Giuseppina (Anna Ferruzzo), sarta, e papà Pasquale, operaio e sindacalista, interpretato dall’attore messinese Ninni Bruschetta.

Un personaggio quest’ultimo fortemente rappresentativo di un altro importante spaccato di storia di quegli anni: «Pasquale ha delle sfaccettature caratteriali specifiche – sottolinea Bruschetta - alcune legate alla sua origine siciliana, altre alle sue convinzioni e al suo pensiero. È un personaggio umile che nella serie racconta un altro aspetto degli anni ’70, lo scontro politico tra i sindacalisti più pacifici e un’ala molto dura della classe operaia che sfociò nella protesta armata. Con l’età mi capita più spesso di interpretare delle figure paterne, e quando stabilisco un rapporto con gli attori che hanno il ruolo di figli diventa molto interessante, perché ritrovo la mia identità di padre anche se il personaggio è diverso da me. Pasquale infatti non era dell’avviso di lasciare alla figlia libertà di scelta, mentre io sono l’opposto».

Non può mancare un ricordo personale di quegli anni: «Nel ’74 facevo il ginnasio e ricordo bene tutti gli avvenimenti fino al 1980, segnati dal terrorismo e dalla morte di Moro. Quando andavo a scuola le Brigate Rosse uccidevano una persona al giorno. La serie narra come è nato tutto questo, perché soprattutto Pasquale si scontra con personaggi che nel racconto fanno comprendere l’imminente nascita della lotta armata. A Messina questi eventi si sentivano con meno intensità. Noi avevamo l’eco di Roma, dove nelle scuole, frequentate da miei cugini, avvenivano i pestaggi e gli scontri tra fascisti e comunisti. Quando ero a scuola facevamo politica attivamente e prima del disastro del terrorismo c’era una grande speranza di crescita e un istinto rivoluzionario che hanno portato a cambiamenti importanti a livello di liberalizzazione dei costumi e di un modo specifico di intendere la politica. Tutte cose che purtroppo si sono perse molto velocemente, tant’è che gli anni ’80 furono quelli dell’edonismo reganiano e craxiano».

Anche la moda ha fatto la sua parte, nel diffondere un diverso concetto di libertà, attraverso stili e colori, con la nascita del pret-à-porter, la moda pratica, da indossare ogni giorno e più accessibile economicamente rispetto all’alta moda. «Ricordo i pantaloni a zampa di elefante (era gara tra i giovani per la zampa più larga sul fondo) – continua Bruschetta - ma anche le famose scarpe Converse All-Star. Noi che giocavamo a mini basket impazzivamo. Quando arrivarono a Messina c’erano solo quelle bianche e alte».

Nel ricco cast della serie - che vede la partecipazione di Marco Bocci, Maurizio Lastrico e Fiammetta Cicogna - anche alcune guest-star, nei panni dei grandi stilisti del tempo. Enrico Lo Verso e Claudia Pandolfi sono Ottavio e Rosita Missoni, Raul Bova è Giorgio Armani, Stefania Rocca è Krizia, Achille Marciano Gianni nei panni di Versace. Silvio Cavallo e Nicoletta Romanoff interpretano Gianfranco Ferré e Raffaella Curiel. Gaetano Bruno è Walter Albini. La produzione si è avvalsa della collaborazione di quasi tutte le “grandi firme” citate, che hanno messo a disposizione autentici abiti d’epoca, indossati nella serie da modelle professioniste.

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