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Masterchef: nella quinta puntata è stata protagonista la cucina calabrese e stellata

Ospite d'onore è stato lo chef Nino Rossi di S. Cristina d'Aspromonte

Continua la sfida culinaria più seguita della tv italiana. Nella quinta puntata di Masterchef, il cooking show targato Sky, uno dei più amati dagli italiani, si è parlato calabrese e non solo per la presenza di Federica Di Lieto, la brava concorrente cosentina di Montalto Uffugo ancora in gara e sicuramente tra le favorite per il successo finale.

La puntata è iniziata con una Mistery box dai toni afrodisiaci: pepe, zafferano, cioccolato, fegato di vitello, cipolla rossa di tropea e cicoria gli ingredienti che ciascun concorrente doveva usare nella ricetta, ai quali a prova in corso se ne è aggiunto un altro a sorpresa, “firmato” da uno dei giudici (fragole per Antonino Cannavacciuolo, gamberi per Bruno Barberi o ostriche per Giorgio Locatelli).

Ma il centro della puntata è stato il celebre Invention test, per il quale ospite d’onore è stato lo chef stellato reggino Nino Rossi, del ristorante “Qafiz” di Santa Cristina d’Aspromonte, che ha presentato tre dei suoi raffinati piatti, di diversa difficoltà d’esecuzione: il più difficile la gelatina di “ponzu calabrese” (il “ponzu” è una salsa giapponese a base di salsa di soia e di un agrume, lo yuzu, qui sostituito da agrumi tipici calabresi, bergamotto, arancia e mandarino) su gambero rosso, briciole di piparelli, cozze e finocchietto di mare; poi quello di “media difficoltà”, con lombo di capra, fungo porcino, nocciole, salsa di prezzemolo e scampo crudo; infine quello “facile”, la lingua con ricci di mare, mango, 'nduja e una impalpabile e delicatissima spuma di mandorle.

È toccato a Cristiano, vincitore della prova precedente, assegnare ai suoi colleghi i piatti da replicare, scegliendo per se stesso il più difficile, il “ponzu”. Al termine dell’Invention test è stato votato Eduard il migliore. «Prima di tutto dovrai essere un ottimo esecutore, poi potrai creare la tua cucina», le parole utilizzate per complimentarsi con lui da Nino Rossi, il quale ha ringraziato il giovane aspirante cuoco per l’attenzione che ha mostrato nella preparazione.

Sulla sua prestigiosa partecipazione a Masterchef, Nino Rossi non ha nascosto la grande soddisfazione. Ecco il suo racconto: «A fare la differenza con gli altri cooking show è lo straordinario realismo del programma, nulla è costruito ad arte, tutto è vero al cento per cento, le scene vengono girate al momento, senza prepararle». Nino, che prima dell’esperienza a Sky non conosceva direttamente i famosi colleghi Barbieri, Locatelli e Cannavacciuolo aggiunge: «I tre giudici sono persone eccezionali, all’interno del programma si vive un’atmosfera splendida, è stato per me un momento unico. Fra i concorrenti ci sono ragazzi di talento, che sicuramente diventeranno degli chef apprezzati in grado di fare tanta strada».

I piatti che ha presentato sono l’emblema della sua cucina, che accosta la tradizione all’innovazione: «Ci sono sempre rimandi alla cucina orientale, ma resto molto legato ai prodotti locali. Faccio la spesa al mercato, prestando una particolare attenzione al territorio. Cerco di interpretare le usanze e le abitudini delle persone che vivono nei miei luoghi d’origine. Reinterpretando i piatti ma dando loro nuova linfa. A Masterchef ho portato degli ingredienti che rappresentano al meglio la nostra regione, come il mango di Catona, la ‘nduja, il bergamotto, la capra e i porcini aspromontani, ai quali però ho voluto dare una veste nuova, internazionale. Il merito di programmi come Masterchef è quello di avvicinare al fine dining un pubblico che altrimenti non avrebbe mai osservato questo mondo».

La sua presenza ha dato un grande stimolo ai concorrenti. Nino, che solo fino a qualche anno fa lavorava nel settore della comunicazione, ha raccontato la sua storia. Di come nell’arco di pochi anni con pazienza, costanza e dedizione è riuscito a conquistare il più ambito riconoscimento per uno chef grazie ad un ristorante di soli 16 coperti aperto in un remoto angolo dell’Aspromonte. Un esempio molto importante di iniziativa e di amore per la propria terra, di volontà di restare e valorizzare.
Per quanto riguarda la cronaca della puntata la prova in esterna ha visto le due brigate spostarsi a Valeggio sul Mincio per cucinare un menù tipico a base di nodi d’amore, una pasta fresca ripiena e un dessert ai biscotti Zaletti. Nella squadra vincitrice, quella blu capitanata da Eduard, c’era anche Federica, che continua così il suo brillante percorso. Al rientro in studio, la squadra rossa ha dovuto sottoporsi al Pressure test (un pollo intero da sezionare e friggere in quattro diverse panature), al termine del quale Alessandra, la studentessa sarda di giurisprudenza, ha dovuto togliersi il grembiule.

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