«Me lo avessero detto sei mesi fa, non ci avrei creduto: io a fare la supporter di mia mamma. Dopo aver passato tutta una vita a rimproverarla, da figlia, su mille cose, ora mi ritrovo ventiquattro ore su ventiquattro a difenderla, gestire i suoi follower. E’ proprio un destino avverso, una questione di karma...». Si prende ironicamente in giro Guenda Goria, attrice, pianista, regista, doppia figlia d’arte ed ex concorrente del Grande Fratello Vip, il reality di Canale 5 dove a settembre è entrata in coppia con la madre, Maria Teresa Ruta (il papà è il giornalista Amedeo Goria).
«La più convinta a partecipare ero io - racconta all’ANSA -. Dico la verità: avevo il sentore che per lo spettacolo dal vivo quest’inverno sarebbe stato molto duro. Ed è andata ancora peggio. Il Gf Vip sarebbe dovuto finire a dicembre e in questi giorni ero già prevista in cartellone al Teatro Martinitt di Milano con una nuova commedia. Invece è tutto chiuso, con migliaia di tecnici, artisti, operatori senza stipendio da mesi. Con mamma - prosegue - facciamo "coppia" ormai dal 2017, quando l'ho chiamata come protagonista per Nel buio dell’America di Joyce Carol Oates, la mia prima piece da regista in teatro.
Il ruolo era perfetto: una spietata giornalista della tv del dolore.
Lo scorso anno, invece, a causa del Covid e del primo lockdown, non ci siamo viste per sei mesi e il Gf era anche un’occasione d’oro per stare insieme. Fulvio Abbate nella casa ci diceva che sembravamo due amiche in gita a Barcellona. Ora, dopo quattro mesi, sta dimostrando una tenuta e una pazienza che neanche io mi aspettavo». Dinamiche di gioco e televoto hanno infatti voluto la Goria fuori dalla gara anzitempo.
Ma mentre per il reality, allungato in corsa, ora si parla di una finale a fine febbraio, lei è tra i protagonisti di «Anime borboniche», la commedia firmata da Paolo Consorti e Guido Morra, ora disponibile su Prime Video distribuita da 102 Distribution. Una storia nella storia, girata tra le meraviglie tardo barocche della Reggia di Caserta, con una coppia in crisi nel pieno della messa in scena di una ricostruzione storica settecentesca. Lei (interpretata da Susy Del Giudice) è una maestrina colta dalla gelosia, lui (Ernesto Mahieux) un barbiere che per la grande occasione si finge cocchiere: litigano nel tragitto da casa alla Reggia e il marito si ritrova mollato in strada, in livrea rossa, senza portafogli e telefono, a fare l'autostop (nel cast anche Giovanni Esposito, Giobbe Covatta, Rosaria Di Cicco, Giovanni Allocca, Pierluigi Dilengite, Randall Paul, Cinzia Carrea, Massimo De Matteo e Pietro Ciciriello). «Io interpreto una ragazza che per la ricostruzione storica veste i panni di una dama innamorata dell’arte - racconta la Goria - Vuole fare l’attrice e si fida di un artista millantatore. Un personaggio che un po' mi assomiglia. Adoro quell'epoca e ho da sempre un’anima un po' retrò. Mi trovo benissimo in quegli abiti, anche nei corsetti o nelle scarpette così scomode - sorride - A ripensare a quel set, due estati fa, ormai sembra davvero un’altra vita, un’altra libertà. Il lato più bello del nostro mestiere è il contatto umano, la socialità, costruire una famiglia nuova ogni volta sul set o su un palcoscenico. Perdere tutto questo, oltre che una tragedia economica, sta cambiando molto i rapporti umani. Ma c'è stato anche un lato positivo per me: nel lockdown ho ridotto tutto all’essenziale. Che almeno questa pandemia ci insegni quali sono le cose davvero importanti della nostra vita».
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