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Un Montalbano pazzo d'amore e due messinesi ne "Il metodo Catalanotti"- TRAILER

A ventidue anni dalla sua prima apparizione tv Salvo Montalbano, il commissario più amato d’Italia, tornerà a condurre il pubblico fra le contraddizioni dell’animo umano con l’episodio de “Il Metodo Catalanotti”, tratto dal terz’ultimo libro della saga letteraria di Andrea Camilleri (edita da Sellerio), in programmazione l’8 marzo su Rai1 (ore 21.25), a pochi giorni dalla fine della settimana sanremese.

Stessa squadra, stesse atmosfere, fedeltà alle tematiche care al grande scrittore – con la tragedia dei sentimenti e il “tragediare” tipico della cultura siciliana in primo piano – ma anche nuovi elementi d’introspezione, per sovvertire parte delle certezze cui i racconti di Camilleri ci avevano abituati. Nella fiction, diretta da Alberto Sironi e Luca Zingaretti, le fitte trame della vicenda portante metteranno infatti i telespettatori dinanzi a cambiamenti nel registro narrativo e nella caratterizzazione dei personaggi, a partire dallo stesso commissario, alle prese con la morte del regista e attore Carmelo Catalanotti, usuraio e fondatore della compagnia amatoriale Trinacriarte, di cui era anima e despota. Montalbano si troverà di fronte ad un omicidio bizzarro, un vero e proprio rompicapo.

Girato nel 2019, il film è stato presentato in videoconferenza da Zingaretti e gran parte del cast, tra cui gli attori interpreti dei fedeli collaboratori del commissario: Cesare Bocci (Mimì Augello), Peppino Mazzotta (Fazio), Angelo Russo (Catarella) e la new entry Greta Scarano, nel ruolo di Antonia, la collega che farà letteralmente perdere la testa a Montalbano. Presenti anche il direttore di Rai1 Stefano Coletta, la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati e il produttore Carlo Degli Esposti (Palomar).

«In questo periodo storico di vaghezza emotiva e sentimentale, la solidità di contenuti di questo episodio troverà grande approdo negli spettatori – ha detto Coletta – perché Camilleri ci mette a contatto con la tematica della “perdita del controllo”, della passione come disturbo della “ratio”, oggi molto sentita».

Infatti a complicare il non facile caso giudiziario contribuirà l’incorreggibile Mimì Augello (Cesare Bocci), con le controversie della sua vita privata, e soprattutto il diverso approccio ai sentimenti di Montalbano, che metterà a dura prova il suo amore per Livia (Sonia Bergamasco), mostrandoci un uomo totalmente diverso, come ha svelato Luca Zingaretti: «Camilleri opera una sorta di tradimento nei confronti del suo personaggio, nel senso che per tanti anni ci ha abituati a un uomo che teneva moltissimo alla sua terra, alle nuotate mattutine, alla casa, ai suoi uomini e al lavoro. Molto legato alla Sicilia, ma soprattutto alla sua donna che, pur vivendo lontana, era un po’ come uno specchio, per fare il punto della sua esistenza. In questo romanzo il grande maestro sovverte un po’ tutto, come se avesse fatto fare a Cappuccetto Rosso una rapina in banca».

Il cambiamento di connotazione del protagonista comporta anche una rivisitazione dello stile narrativo: «Abbiamo adottato in questi anni, per tradurre le parole di Camilleri in immagini, una recitazione stile commedia dell’arte, un po’ sopra le righe – continua Zingaretti – i duetti di Montalbano con Augello, o con Fazio o Catarella, sono tipici della commedia stile “Arlecchino servo dei due padroni” di strehleriana memoria; sono quindi uno stilema che, adottato in un altro film, comporterebbe clamorose stonature. È capitato spesso al commissario di esser stato indotto in tentazione da altre fanciulle: c’era sempre una lei che faceva gli occhioni dolci, e lui che rispondeva con imbarazzo, con atteggiamento da orsacchiotto.

Qui, invece, succede qualcosa di assolutamente straordinario. Arriva una ragazza che porta in scena una sensualità rara, e il Commissario viene steso, messo in crisi in tutto il suo sistema di valori. Un sorprendente colpo di scena, da parte di un romanziere capace di continue sorprese e che forse, presagendo la fine, ha voluto inserire nel suo lavoro messaggi che potrebbero essere letti come un testamento.

«Un terremoto di questa portata nella narrazione mi ha fatto saltare sulla sedia – ha aggiunto Zingaretti – ed ho dovuto dare una diversa potenza alla storia, sia dal punto di vista recitativo che di regia; serviva un po’ di coraggio, un salto nel vuoto, per restituire questa sorta di scollamento interno al romanzo».

Nel folto cast della fiction anche gli attori messinesi Giampiero Cicciò e Monica Dugo. Il primo, scelto dal regista Sironi, dà volto all’ingegnere Rosario Lo Savio, che svelerà al commissario in cosa consiste il metodo Catalanotti.  «Sono Rosario Lo Savio – ci dice Cicciò – il buffo ingegnere che fa teatro amatoriale e si crede un grande attore. Ho due scene importanti proprio perché spiego al Commissario Montalbano che cos’è il Metodo Catalanotti. Sul set io ho lavorato solo con Zingaretti, perché Sironi già non stava bene, e ho avuto con lui un rapporto di lavoro perfetto: certe indicazioni così attente, pochi registi in tv le sanno dare. Questo, di certo, per la sua esperienza televisiva, ma credo che il suo essere attore anche di teatro lo abbia reso ancora più abile nel dirigere i suoi colleghi. Questo ruolo però lo devo a Sironi che mi ha scelto dopo un lungo provino in cui ho riconosciuto il talento di un Maestro nel portare il mio personaggio dove voleva lui».

Monica Dugo è Anita Pastore. «Una donna molto esuberante e appariscente che non ha paura di nulla – ci ha detto – Viene interrogata sull’omicidio e si mostra piuttosto irritata per la convocazione. Da copione, Anita avrebbe dovuto irrompere in procura causando un certo scompiglio. Per rendere questo aspetto, appena arrivati in Sicilia, siamo andati con Luca in una boutique del centro di Scicli, per comprare vestiti molto appariscenti per la scena. Che divertimento!».

Un episodio, “Il Metodo Catanalotti”, che secondo quanto hanno anticipato tutti i professionisti coinvolti, rimarrà nella memoria di tutti, come opera in cui trovano sintesi le diverse tematiche dello stile “camilleriano”, inserite sapientemente nella narrazione di una forte “tempesta emotiva” e prodotta, secondo Carlo Degli Esposti, in mezzo ad altrettante tempeste reali, tra cui la morte dello scrittore siciliano, mentore e timoniere per 20 anni, quella inaspettata di Alberto Sironi, fino al lutto per lo scenografo Luciano Ricceri. «Alberto e Luciano erano due compagni di trincea» ha dichiarato Luca Zingaretti, che ha portato avanti i tre film girati nel 2019 (i primi due sono stati trasmessi lo scorso anno). L’ultimo verrà mandato in onda l’8 marzo.

«È bello che quest’anno per caso la data della trasmissione sia caduta nel giorno della Festa della donna – ha concluso Degli Esposti – perché l’episodio è anche un grande trionfo della femminilità nelle sue tante angolazioni e sfumature». Il produttore ha inoltre dichiarato che la Paolmar deciderà a fine emergenza sanitaria per l’adattamento degli ultimi due romanzi, “Il cuoco dell’Alycon” e “Riccardino”.

 

PERSONAGGI E INTERPRETI: DUE MESSINESI NEL CAST

LUCA ZINGARETTI Salvo Montalbano
CESARE BOCCI Mimì Augello
PEPPINO MAZZOTTA Fazio
ANTONIA TRUPPO Maria Del Castello
ANGELO RUSSO Catarella
CARLO CARTIER Carmelo Catalanotti
MARINA ROCCO Eleonora Ortolani
MONICA DUGO Anita Pastore
AGLAIA MORA Dott.ssa Barresi
MAURIZIO BOLOGNA Antonio Scimè
GIAMPIERO CICCIÒ Rosario Lo Salvo
GAETANO ARONICA Ernesto Lopez

GRETA SCARANO nel ruolo di Antonia
e con la partecipazione di SONIA BERGAMASCO nel ruolo di Livia.

INTANTO ZINGARETTI SARA' "IL RE" DI UNA NUOVA PRODUZIONE SKY ORIGINAL

Si tratta di un prison drama. La serie, in otto episodi diretti da Giuseppe Gagliardi: «Il primo ciak a marzo - risponde Zingaretti, le riprese si svolgeranno fra Roma, Torino e Trieste. Montalbano è invece da sempre prodotta dalla Palomar di Carlo Degli Esposti con Rai Fiction - che ha festeggiato i vent'uno anni ed è ormai un classico. Oltre un miliardo di spettatori calcolando anche le repliche, numeri da record. «Montalbano è il testimonial principe non solo della fiction della Rai, ma anche della Rai come tale e dell’italianità», dice Maria Pia Ammirati direttrice di rai Fiction. Fatto sta che Montalbano è un personaggi che negli anni ha saputo imporsi nell’immaginario collettivo nazionale e internazionale.

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