«Di Sandokan ce n'è solo uno! Se Can Yaman avrà successo? E’ bravo ma sarà il pubblico a sentenziarlo": a parlare è Kabir Bedi, volto per eccellenza dell’amato personaggio anche noto come "La Tigre della Malesia". Ai microfoni di «Live from Hollywood», la trasmissione di Pascal Vicedomini in diretta streaming sui social media e sul sito del "Los Angeles, Italia Festival" (in programma tra il Chinese Theatre di Hollywood e le piattaforme Eventive.org e Mymovies.it con il sostegno del MiC e di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Iervolino Entertainment, Rai Cinema e Rai Com), Kabir Bedi ha parlato a lungo di Can Yaman, nuovo protagonista del film tratto dall’omonimo libro di Emilio Salgari: «Ho visto alcune serie di cui l’attore turco è protagonista. Lo trovo bravo ed avrà successo sempre più, ma a stabilire l’affermazione popolare del nuovo Sandokan sarà esclusivamente il pubblico mondiale come avvenne per me che proprio in virtù di quell'interpretazione fui chiamato anche come antagonista di James Bond».
Niente formule, niente di prestabilito: per Kabir Bedi - attualmente impegnato nel lancio mondiale del libro autobiografico che presto arriverà anche in Italia con Mondadori - il segreto sta nell’affidarsi ai giusti tempi e ai giusti modi di lavorazione, anche se confida nelle nuove tecnologie per un prodotto sorprendente. Nessun consiglio diretto a Yaman quindi, solo un appunto dal sapore agrodolce: «Sandokan non può essere ricreato, deve avere la stessa immagine per far sì che possa essere ricordato per sempre».
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