Caterina Caselli, "una vita, cento vite": la ragazzina degli anni '60 illumina il Festival del Cinema di Roma
Voce, talento, musica, curiosità, tenacia: tutte queste parole raccontano una donna speciale, Caterina Caselli, la ragazzina scatenata degli anni '60 e quella "cresciuta" come oggi si definisce. 75 anni, una prima vita artistica folgorante nella seconda metà dei '60 durata una manciata di anni per sua volontà e una seconda lunghissima come imprenditrice, dopo aver lasciato il palco, sposato Piero Sugar della omonima dinastia e della mitica Cgd e scelto di dedicarsi alla musica da produttrice e talent scout di grande intuito. Modenese come Pavarotti, si racconta oggi davanti alla telecamera di Renato De Maria, un flusso ininterrotto di ricordi, gioie, dolori (racconta il suicidio del padre quando aveva 14 anni e anche il tentativo di sequestro del marito Piero nella stagione dei rapimenti). "Caterina Caselli, una vita, cento vite" è il titolo del film, colonna sonora che è storia d'Italia dalle sue hit a quelle degli artisti che hanno incrociato la sua carriera, da Elisa a Andrea Bocelli, a Giuni Russo, passando per Si può dare di più che sbancò Sanremo a Paolo Conte, da Raphael Gualazzi ai Negramaro. Evento Speciale alla Festa di Roma e in arrivo nelle sale con Nexo solo il 13, 14, 15 dicembre. Uno scrigno di ricordi, volutamente cronologico, con Caselli sul divano a raccontare la sua vita e le sue esperienze. Appare al pubblico al naturale, i capelli corti che stanno ricrescendo, dopo la malattia di due anni fa che aveva nascosto sotto una parrucca. E anche oggi che guarda indietro per raccontarsi pensa al futuro: "I ragazzi hanno vite più complicate di quelle della mia generazione: escono 60mila proposte al giorno nel mondo, 6mila solo in Italia, affermarsi è davvero complicato", dice incontrando la stampa. "Oggi c'è molto sensazionalismo, sono tutti forti, bravissimi, sorridenti, la competizione è fortissima - sottolinea lei che confessa di essere sempre stata "a disagio con le gare" - il talento è timido, è democratico, può uscire ovunque. Chi ha qualità prima o poi emerge, io alla qualità ci credo ancora".