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Ci sarà Squid Game 2, ma cosa c'è dietro il successo globale. Ecco i volti dei protagonisti - FOTO

C'è chi l'ha definito un "Hunger Games" sudcoreano, chi l'ha paragonato a "Black Mirror". Eppure il successo globale di "Squid Game", la serie tv di Hwang Dong-hyuk targata Netflix, ha superato ogni aspettativa, facendo parlare di sé anche, inaspettatamente, in Corea del Nord. Il survival drama che coniuga la brutalità del cinema coreano ai giochi per bambini ha registrato un record di visualizzazioni: 111 milioni a soli 17 giorni dal lancio, diventando la serie originale Netflix più vista di sempre. In "Squid Game", 456 concorrenti si sfidano nel tiro alla fune, a "un, due, tre, stella" e a una serie di giochi sudcoreani per conquistare il montepremi finale, 45,6 miliardi di won, pari a circa 33 milioni di euro. La cifra non è casuale, visto che la vita di ogni concorrente vale 10mila won. La sfida è una: non morire, perché perdere anche uno soltanto dei giochi corrisponde a ricevere colpi di proiettile letali.

Che il motivo sia la tensione distopica, le tematiche sociali o anche solo la competizione disperata dei personaggi, tutti per qualche motivo indebitati fuori dal gioco, la "febbre" da "Squid Game" si è accesa, conquistando tra tanti, anche il regista premio Oscar Taika Waititi, nonostante la serie sia disponibile solo in coreano, con i sottotitoli.

Nella Corea del Sud, "Squid Game" è diventato invece un caso politico, visto che affronta tematiche come quella del debito e delle disuguaglianze economiche, alcune delle contraddizioni più forti di uno dei Paesi più ricchi d'Asia. "Alcune scene sono davvero difficili da vedere", ha commentato Lee Chang-keun, lavoratore alla Ssangyong Motors, dando voce a quello che tanti altri sudcoreani hanno pensato guardando la serie. Lee si è trovato in difficoltà finanziarie e ha combattuto contro la depressione, dopo che la casa automobilistica ha licenziato lui e altri 2.600 dipendenti, dichiarando bancarotta nel 2009. Dopo anni di proteste e battaglie legali, Lee e centinaia di altri lavoratori della Ssangyong sono tornati a lavorare, ma non prima che un'ondata di suicidi colpisse lavoratori e famiglie, secondo le stime almeno 28.

"In 'Squid Game', i personaggi lottano per sopravvivere dopo essere stati lasciati a casa", "lavorando in tavole calde o come autisti 'daeri'", ovvero pagati per riportare a casa chi ha bevuto troppo, racconta Lee, "mi ha ricordato dei miei colleghi, che sono morti". Anche i problemi di Seong Gi-hun, uno dei personaggi principali della serie, risalgono al suo licenziamento di qualche anno prima dalla fittizia Dragon Motors, il cui nome rimanda proprio a Ssangyong, in coreano 'doppio dragone'. Kim Jeong-wook, un altro operaio di Ssangyong Motors, ha detto di non essere riuscito ad andare oltre il primo episodio: "Per me era troppo traumatico".

In Corea del Nord, la serie è finita invece nel mirino della propaganda anti capitalista e anti Seul. Nell'invettiva del sito di propaganda 'Arirang Meari', viene sottolineato come 'Squid Game' esponga la "triste realtà della bestiale società" del Paese, "dove la corruzione e i furfanti immorali sono all'ordine del giorno".

Squid Game, confermata la seconda stagione su Netflix

Ormai è ufficiale: la serie tv Netflix "Squid Game" tornerà con una seconda stagione, anche se la maggior parte delle serie tv coreane durano una sola stagione. Dato il successo globale dello show, il direttore ha dichiarato: "Mi sembra che non ci lasciate altra scelta". Tra gli attori principali della serie tv ci sono Lee Jung-jae, Park Hae-soo e Jung Hoyeon. La distopia proposta da '"Squid Game" è diventata lo show più visto su Netflix di sempre, nonostante la violenza contenuta nella serie tv abbia sollevato quesiti a livello internazionale, soprattutto in merito alla visione dei più piccoli (lo show sarebbe però solo per adulti).

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