Un medical drama che attraversa le varie sfaccettature del dolore e della perdita, con la capacità di empatia come risorsa per ripartire. “Lea – Un nuovo giorno”, serie prodotta da Rai Fiction e Banijay Studios Italy - in onda da stasera (21.25) per quattro prime serate su Rai1 – parla di fragilità coraggio, e della loro specularità, come ha sottolineato la regista Isabella Leoni, che assieme agli attori ha presentato ieri la serie alla stampa: «Non siamo un medical del tipo “Dottor House” o “The good doctor” e partiamo dalla malattia per raccontare la ferita profonda che c’è dietro: la fragilità di chi cura e di chi è curato, l’estrema solitudine di alcuni pazienti durante la degenza in ospedale. Vogliamo dedicare la serie alle infermiere, ai medici, a tutti quelli che in questi anni di pandemia ci hanno aiutato a superare un momento tragico». La trama ruota infatti intorno alla vicenda del doppio dolore della protagonista, l’infermiera Lea Castelli (interpretata da Anna Valle), che deve affrontare la perdita del bimbo che portava in grembo e la fine del suo matrimonio. Un periodo difficile, con cui riuscirà tuttavia a fare i conti, trasformando il suo dolore in dono. Al fianco di Anna Valle, Giorgio Pasotti nei panni dell’ex marito Marco, medico rientrato dagli Stati Uniti che diventerà primario del reparto di pediatria in cui lavora, e Mehmet Gunsur in quelli di Arturo, fascinoso musicista che farà breccia nel cuore della protagonista. Emotivamente impegnativo il ruolo per Anna Valle: «È stato pesante interpretare Lea, perché si tende ad allontanare il dolore; e quel tipo di sofferenza ci fa star male solo al pensiero». Dolore in cui l’attrice si è immersa attraverso la ripetuta visione del film “Pieces of a woman” di Kornél Mundruczò. «Isabella ci ha tenuto che vedessi e rivedessi questo film, in cui l’argomento del lutto viene affrontato con grandissima delicatezza e molta forza – ha aggiunto – ». Tutti i personaggi della serie sono accomunati dalla involontaria, inconscia ricerca della felicità: «La loro ricerca si concilia però con la capacità di fare del bene stando accanto a chi sta male - sottolinea Anna Valle – e lo fanno con grande empatia, dedizione e passione. Perché quello dell’operatore sanitario non è un lavoro come un altro; richiede altruismo e dedizione incondizionati». Attraverso il personaggio di Marco, Giorgio Pasotti, laureato in medicina, sembra aver realizzato una sua antica aspirazione: «Quando mi sono trovato a vestire i panni di un medico ho pensato che quella sarebbe potuta essere la mia vita. Ho trovato interessante interpretare questo personaggio perché, nonostante sia bravissimo nel suo mestiere, rimane un essere umano, con tutti quegli spigoli, quegli atteggiamenti e quelle scelte sbagliate derivate dalla sua perdita. È umano, con lati positivi e negativi, e trovo sia questo il modo più veritiero di rendere una professione che abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia. Si pensa che i medici siano esseri perfetti, macchine infallibili; mentre sono semplici esseri umani, e vedere la loro sofferenza rende umana anche la professione». Originario di Bergamo, Pasotti ricorda commosso le sue perdite: «Una delle mie zie era tra le salme trasportate dai camion che abbiamo visto sfilare. E il padre di un mio caro amico tra i medici che sono morti». Nel cast di “Lea” anche l’attrice catanese Manuela Ventura, Daniela Morozzi, Primo Reggiani, Eleonora Giovanardi e l’attrice lametina Marina Crialesi.