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Grande Fratello Vip, quando al peggio non c’è davvero fine

Del GF Vip pensavamo di aver visto il peggio lunedì scorso, non immaginavamo però l’esistenza di un ulteriore gradino di bassezza, incoerenza e ipocrisia come quello visto giovedì. Soprattutto non pensavamo che Alfonso Signorini smentisse se stesso abbassandosi a livelli che sublimano l’ignominia. Consentiteci una riflessione.

Astrattamente considerato, quello del GF è un esperimento sociologico che può avere una rilevanza, ma che si qualifica per le persone che lo compongono. Bene andava che nella scorsa edizione si parlasse delle implicazioni della disabilità, grazie alla presenza di Manuel Bortuzzo, e bene poteva andare quest’anno con Giovanni Ciacci e la convivenza con l’Hiv, se non si fosse inserita la variabile “impazzita” di Marco Bellavia e la sua depressione, ma qui l’occasione per affrontare il disagio è stata gestita malissimo prima, durante e dopo. Siamo convinti che le “lezioni di morale” del GF Vip non si debbano concentrare solo sui temi che esaltano il politicamente corretto, ma che gli esempi debbano anche investire situazioni più basiche dei rapporti umani, come comprensione, rispetto, coerenza, educazione.

È evidente, infatti, che se manca il minimo sindacale dei principi di convivenza, il resto è fuffa. Giovedì, dopo la lettera ferma e signorile di Marco Bellavia, abbiamo assistito da parte di Alfonso Signorini, padre padrone del reality, alla negazione dei principi basilari di cui sopra. Mai si era visto un concorrente squalificato tornare in studio, nonostante questo dogma, non solo Ginevra Lamborghini era in prima fila nel parterre, ma è stata “premiata” e consolata con la visita ai suoi ex coinquilini.

In studio anche Sara Manfuso che, dopo la vicenda Bellavia, dalla casa è uscita di sua volontà, pensando di elevarsi spiritualmente dalla massa. Tuttavia la Manfuso ha pensato di avvantaggiarsi moralmente, stravolgendo i termini di un episodio avvenuto nella casa con Giovanni Ciacci, eliminato col televoto per motivi simili a quelli della Lamborghini. Tuttavia, il focus del problema non è che la Manfuso (già vittima di violenza) abbia pensato di vestire i panni di Santa Maria Goretti, per essere smentita immediatamente dal video mandato in onda dalla regia, quanto che Signorini le abbia replicato che avrebbe potuto tirare un ceffone a Ciacci, senza comprendere che sono varie e diverse le reazione di chi subisce una violenza e non possono essere liquidate con superficialità. Un Signorini visibilmente irritato ha poi cacciato dallo studio la Manfuso, completando, così, l’opera di affossamento di un programma che voleva riabilitare la realtà ma la sta solo replicando. E anche male.

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