C'è una serie che fa impazzire i giovani e ora anche gli adulti e che è diventata una delle narrazioni televisive più popolari ed attese, un vero e proprio fenomeno: Mare Fuori, ambientata in un istituto di pena minorile a Napoli. La terza stagione, in anteprima streaming su Rai Play dove sta totalizzando record di spettatori, dal 15 febbraio è in prima serata su Raidue. Una quarta sarà sul set a maggio. Intanto il cast di giovani, tutti eleganti, hanno cantato la sigla, una hit tormentone, sul palco dell’Ariston, "protetti" dalla direttrice Carolina Crescentini. Anna Ammirati è Liz, l’educatrice dell’Ipm, «materna e carnale», dice in un’intervista all’ANSA, «ha un rapporto speciale con i ragazzi e anche quando deve metterli in riga e rimproverarli si capisce che gli vuole bene e li comprende. Proprio questa sua attitudine nel corso della terza stagione la metterà nei guai: nella seconda l’abbiamo vista divorata dai sensi di colpa per non aver aiutato fuori l’istituto un ragazzo, Attilio, che puoi viene trovato ucciso. Lei intraprende un percorso di solitudine, decide di agire per conto suo, sbagliando, di aiutare di nuovo un ragazzo».
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Sin dall’inizio «Mare fuori è stata diversa. Per le tematiche e per l’affiatamento sul set. Bisogna pensare che a parte i ruoli adulti, il mio, quello della direttrice Carolina Crescentini, dell’educatore Carmine Recano e pochi altri, il cast dei giovani è composto quasi tutto da ragazzini alle prime esperienze che stanno crescendo insieme durante la lavorazione. Merito anche del regista Ivan Silvestrini che anche fuori del set ha saputo creare occasioni continue per socializzare, fare gruppo, sostenersi. Oltre che regista è un grande educatore e Mare Fuori è uno dei set felici che tutti gli attori sognano». I due giovani leader del gruppo Nicolas Maupas ossia Filippo Ferrari O'Chiattillo (sta per figlio di papà, così sono chiamati i giovani del Vomero) e Massimiliano Caiazzo ossia Carmine Di Salvo, il figlio del boss che non vuole essere boss, sono diventati amici per la pelle, veri fratelli. «Oltre all’affiatamento, che evidentemente buca lo schermo, un altro elemento che fa di Mare Fuori un progetto speciale - prosegue Ammirati sulla fiction scritta da Cristiana Farina prodotta da Roberto Sessa di Picomedia per Rai Fiction - è l’empatia per tutti i ragazzi. Sono minorenni che hanno sbagliato e la società deve dare loro una seconda possibilità. Inoltre finalmente si punta il dito sugli adulti, sono loro che sbagliano perchè li mettono sotto pressione, perchè sono assenti oppure li controllano troppo, oppure non danno loro libertà di scelta come capita ai figli dei camorristi. Questa serie ci fa riflettere ancora di più sulle nostre responsabilità di educatori. Per me come attrice e come persona è una esperienza di vita totale». Anna Ammirati, che ha cominciato come Monella nell’omonimo film di Tinto Brass, ed è diventata un volto popolare continua a coltivare il sogno della sua professione di psicologa, oltre quella dell’attrice: «ho vinto un bando per il progetto sociale OSA sulle condotte a rischio on line, per il quale ho realizzato un corso full time per 40 ragazzini e spero di proseguire». E' nata a Castellamare di Stabia e spiega come tutto il cast, prevalentemente napoletano ed esordiente, ha costruito su misura il linguaggio dei personaggi, «dalle sceneggiature in italiano di Cristina Farina ai dialoghi sul set in lingua, anche questa è una forza di Mare Fuori, sin dal modo di parlare si sente che è vera». Divieto, ovvio, di spoiler sulla terza stagione, sulla quarta sul set a maggio dice solo «qualche adulto se ne andrà ed entrano ragazzini nuovi anche per raccontare un mondo diverso...».