Cos'è la mononucleosi e perché Gregorio Paltrinieri ha fatto “il miracolo” negli 800 sl di nuoto alle Olimpiadi di Tokyo
Gregorio Paltrinieri ha compiuto un miracolo sportivo alle Olimpiadi di Tokyo, centrando la medaglia d'argento negli 800 stile libero nonostante fosse reduce dalla mononucleosi. Gregorio Paltrinieri, se ancora qualcuno avesse bisogno di testimonianze in questo senso, è un gigante. E non basta il fisico statuario - di professione è pure sempre un nuotatore e non un impiegato o un giornalista - a giustificare questo appellativo. È un gigante perché ha scrostato il velo di scetticismo che lo avvolgeva prima di Tokyo 2020. Uno strato reso ancor più spesso dalle semifinali degli 800 stile libero (pass strappato per il rotto della cuffia con l'ottavo posto). Ma quando è scoccata l'ora dei verdetti, Greg ha cambiato marcia, trasformando le braccia in due trivelle che hanno solcato la vasca nipponica con una precisione e una forza inaudite. Lui che di professione non è certo un velocista - semmai un passista, come hanno ricordato i telecronisti che hanno seguito bracciata dopo bracciata le sue gesta a Tokyo - per una volta ha deciso di giocarsi il tutto per tutto e fare gara di testa. Una sorta di lepre, destinata a essere assorbita dai 600 in poi (l'ottava vasca non è la migliore possibile per giocarsi una medaglia, eppure...) dal gruppone di mezzo. E invece solo l'americano Finke, alla distanza, è riuscito a risucchiarlo. Per pochissimo. Tutto qui? No, perché Paltrinieri era reduce da una lotta contro un mostro che per la carriera di alcuni atleti, nella storia (si pensi al tennista svedese Robin Soderling, tra i pochi eletti ad aver battuto Rafa Nadal nel “recinto” di casa, il Roland Garros), è stato fatale: la mononuclesi, infezione contratta a un mese esatto dalle Olimpiadi di Tokyo 2020. Può bastare?
Cos'è la mononucleosi? Sintomi, effetti collaterali e come si contrae l'infezione
Come precisa l'Irccs di Humanitas di Milano, la mononucleosi è una malattia infettiva che si trasmette attraverso la saliva. I sintomi sono spesso moderati e consistono in un senso generale di malessere, astenia e stanchezza. In alcuni casi l’infezione può avere delle conseguenze più gravi che coinvolgono i linfonodi, milza, fegato, cuore, polmoni e sistema nervoso centrale. La mononucleosi ha un tempo di incubazione che varia tra 30 e 50 giorni.
Quali sono le cause della mononucleosi?
La causa della mononucleosi è un’infezione virale sostenuta dal virus di Epstein-Barr.
Quali sono i sintomi della mononucleosi?
La mononucleosi è spesso asintomatica oppure si presenta con sintomi lievi e transitori, caratterizzati da debolezza, stanchezza, febbre, ingrossamento dei linfonodi e della milza. Le complicazioni legate alla mononucleosi, anche se poco frequenti, possono essere più gravi della patologia e includono:
- Epatite
- Anemia emolitica e trombocitopenia
- Miocardite
- Sindrome di Guillain-Barre, meningite, encefalite
Come prevenire la mononucleosi?
Per limitare il rischio di contagio bisognerebbe evitare il contatto con le secrezioni (saliva) dei soggetti infetti. È necessario ricordare che il virus è eliminato attraverso la saliva per molti mesi dopo l’infezione.
Diagnosi
La diagnosi di mononucleosi può essere esclusivamente clinica, attraverso il riconoscimento dei segni e sintomi caratteristici della malattia. A conferma della diagnosi clinica, gli esami del sangue permettono di individuare la presenza degli anticorpi specifici anti-EBV.
Trattamenti
Non esistono trattamenti specifici contro la mononucleosi; possono essere utili l’uso di antinfiammatori e antipiretici. Quando c’è un interessamento della milza, per evitare il rischio di rottura, è importante limitare gli sforzi fisici.