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Olimpiadi Tokyo 2020, chi è Karsten Warholm: l'ostacolista norvegese ‘folle’ da 45''94 nei 400h

"Folle": non ci sono altri aggettivi per definire l’impresa, che è già leggenda, compiuta da Karsten Warholm nella finale dei 400 ostacoli delle Olimpiadi di Tokyo. È lui stesso a definire "una cosa folle" il suo crono: 45"94. L’ostacolista norvegese di 25 anni dopo essere stato il primo della storia a scendere sotto i 47 secondi, 46"70, il primo giugno scorso allo stadio Bislett della sua Oslo dove vive da alcuni anni, adesso è addirittura sceso sotto il muro dei 46 che solo fino a pochi anni fa sembra impossibile. E invece, un ragazzone cresciuto a Ulsteinvik, cittadina che sorge su un’isola nel sud della Norvegia che si raggiunge solo con battelli o tunnel stradali sotterranei e dove ha iniziato a praticare l’atletica all’età di otto anni, è riuscito a centrare questa impresa che lo proietta già verso il mito. Fidanzato con la graziosa Oda Djupvik, Karsten, classico nome che riconduce ai vichinghi, partecipa dal 2017 nelle gare di Diamond League, imbattuto. Solo cinque anni fa a Rio de Janiero non era riuscito ad entrare tra gli otto finalisti. A Warholm non importa se la finale dei Giochi di Tokyo è al mattino sotto canicola e con un elevato tasso di umidità. Parte fortissimo. Il superando dell’ostacolo sembra quasi impercettibile, la sua corsa non si scompone. In finale si presenta come sempre davanti sul rettilineo finale e, da vero fuoriclasse, risponde immediatamente all’attacco dell’americano Rai Benjamin, alla fine secondo in 46"17 e anche lui sotto il precedente limite mondiale ma comunque 'solo' al record continentale.

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