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Marcell Jacobs tra boccacce, primi scatti e pallone. Ecco il re dei velocisti da ragazzino a Rosarno

Prima di diventare il re dei 100 metri, il simbolo dell'Italia che ha centrato il record di medaglie a Tokyo 2020 e il portabandiere azzurro nella cerimonia olimpica conclusiva, Marcell Jacobs era... un bambino come tutti gli altri. Cresciuto in quel di Rosarno, al seguito del suo padre "putativo", l’avvocato Domenico Secolo, che a fine anni ‘80, conseguiti il diploma nel liceo scientifico “Piria” e la laurea in Giurisprudenza, si era trasferito per lavoro a Desenzano del Garda (dove poi ha vissuto il campione azzurro).

Boccacce, corse con altri bimbi della sua età (qualcosa la lasciava intravedere...) e anche un pallone. Insieme a lui anche altri ragazzini come la figlia di Pino Tramonti, legatissimo all'avvocato Secolo, che ha visto crescere Marcell a Rosarno. Un bambino, appunto, come tutti gli altri. Cresciuto, però... non come tutti gli altri. Decisamente non come tutti gli altri.

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