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Ue, Sud più vulnerabile ai cambiamenti climatici

BRUXELLES - Incendi, bolle di calore, alluvioni, eventi estremi: oltre che per la pandemia, l'estate 2021 verrà ricordata anche per il clima impazzito, effetto, sostengono gli esperti, del cambiamento climatico cui contribuiscono in modo significativo le emissioni di gas serra. Secondo la ricerca 'Climate' del programma studi Ue Espon, specializzato in analisi regionali, l'Italia meridionale, insieme a Spagna e Portogallo ad Ovest e Bulgaria, Romania e Polonia, ad Est, è tra i territori in Europa più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

Lo studio parte dall'analisi dell'esposizione e della sensibilità ai cambiamenti climatici di ciascuna regione nel Vecchio Continente. La sensibilità, spiegano i ricercatori, dipende ad esempio dall'insieme delle caratteristiche fisiche, ambientali, sociali, culturali ed economiche di un territorio. Entrambi questi elementi, esposizione e sensibilità, contribuiscono a determinare l'impatto dei cambiamenti climatici su una regione, il quale a sua volta può essere contrastato dalla capacità di adattamento sviluppata da un determinato territorio, ad esempio con la costruzione delle dighe. Il risultato di queste variabili, si spiega nella ricerca, è la vulnerabilità potenziale di un determinato territorio.

Così Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein sono considerate aree "a bassa o marginale vulnerabilità", in parte a causa della loro capacità di adattamento relativamente elevata. Regioni sviluppate come il Nord Italia, Francia, Austria, Belgio, Regno Unito e Paesi Bassi hanno invece una "vulnerabilità almeno media", come dimostrato anche dai recenti disastri causati da precipitazioni anomale.

In generale, osservano i ricercatori, nelle regioni metropolitane europee l'impatto ai cambiamenti climatici tenderà ad essere elevato a causa dell'alta concentrazione di popolazione, infrastrutture e beni culturali, oltre al fatto che spesso queste aree si trovano a ridosso di fiumi o lungo le coste. Ma la loro capacità di adattamento, generalmente superiore a quella di regioni non metropolitane, rende questi territori meno vulnerabili ai cambiamenti climatici. Con qualche eccezione: nell'indagine Espon si citano a questo proposito le città situate lungo le coste, sulle Alpi e nell'Europa sud-orientale.

Più variegato il discorso per le aree rurali, con quelle dell'Europa centrale e settentrionale che presentano prospettive di variazioni basse, marginali e in qualche caso positive a causa di condizioni climatiche solo leggermente peggiorate o addirittura più favorevoli. Più colpite, al contrario, le aree rurali nell'Europa meridionale, a causa del clima più caldo e secco.

Tra i territori più vulnerabili, i ricercatori annoverano anche le regioni montuose, in particolare in Grecia e Spagna, le regioni alpine e le località costiere, specialmente quelle che si affacciano sul Mar Mediterraneo e sul Mare del Nord. Le aree scarsamente popolate del Nord Europa, infine, soffriranno principalmente a causa di maggiori precipitazioni e di problemi correlati come le esondazioni dei fiumi.

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