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Corte dei Conti Ue a Roma, serve fare di più per i disoccupati di lunga data

BRUXELLES - L'Italia è tra i maggiori beneficiari del Fondo sociale europeo (Fse) per le misure a favore dell'accesso all'occupazione, con stanziamenti di 1,5 miliardi di euro, seconda soltanto alla Polonia. Ma, nonostante queste risorse, è ancora lontana dal risolvere il problema della disoccupazione di lungo periodo. È la denuncia contenuta in un'analisi della Corte dei conti europea sul periodo di programmazione Ue 2014-2020, nella quale si esorta il Paese a fare di più per affrontare il problema. I revisori hanno selezionato l'iniziativa 'Incentivo Occupazione Sud' attivata dall'Italia, che ha tra l'altro aiutato i datori di lavoro ad assumere 45mila disoccupati di lungo periodo nelle regioni più bisognose.

Tuttavia, la Corte ha osservato la mancanza di un approccio individualizzato e di misure mirate dedicate ai disoccupati di lunga data, che tra il 2013 e il 2019 hanno visto un forte peggioramento della loro situazione. Secondo i revisori, gli incentivi all'assunzione fin qui non avrebbero fatto abbastanza contro "il potenziale effetto scrematura" che tende a favorire il reimpiego di coloro che hanno perso il lavoro da poco rispetto ai disoccupati di lungo corso, situazione aggravata anche dalla pandemia. Le persone che rimangono senza lavoro per periodi più lunghi, infatti, solitamente perdono motivazione, fiducia e competenze, e i datori di lavoro potrebbero essere più riluttanti ad assumerli. Quindi il "rischio scrematura" potrebbe essere esacerbato in mancanza di misure future pensate specificamente per i disoccupati di lunga durata.

Per la nuova programmazione, la raccomandazione degli auditor è di "adottare un approccio personalizzato a tutti i disoccupati di lunga durata nel quadro delle politiche attive nazionali del mercato del lavoro", ha dichiarato Lazaros Lazarou, membro della Corte dei conti europea e responsabile della relazione.

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