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Forum ANSA-S.ANNA: il Covid ha rivoluzionato l'approccio alla sanità

BRUXELLES - 'L'emergenza pandemica e la ripartenza: il ruolo dei fondi europei' è il titolo del webinar promosso dall'Istituto Dirpolis (diritto, politica, sviluppo) della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, in collaborazione con l'Agenzia ANSA, nell'ambito del progetto "Cohesion Matters - an information and engagement campaign on the future of cohesion policy", finanziato dalla Dg Regio della Commissione europea.

L'incontro online, a cui hanno partecipato esperti e funzionari europei, ha voluto rafforzare la conoscenza dei cittadini sulle politiche europee, sul loro impatto e sulle opportunità di finanziamento per l'Italia. Al webinar hanno partecipato Sabina Nuti, rettrice della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa; Willibrordus Sluijters e Francesca Raimondi, della Dg Politica regionale e urbana alla Commissione europea; Milena Vainieri, docente dell'Istituto di management della Scuola superiore Sant'Anna. Moderatore il giornalista collaboratore ANSA Angelo di Mambro.

Al centro del dibattito l'emergenza pandemica da Covid-19 e il ruolo dei fondi europei, con un focus sulle difficili decisioni prese dall'Unione europea in relazione allo stanziamento dei fondi del piano per la ripresa dell'Europa, la reazione e la risposta dell'Italia, con una particolare attenzione all'ambito dei sistemi sanitari.

Nuti ha aperto il webinar dicendo che "la pandemia è stata una rivoluzione", portando la sanità al centro dell'agenda Ue. La rettrice ha inoltre sottolineato che, prima dell'emergenza Covid, "il tema più rilevante era come garantire il contenimento della spesa senza arretrare in termini di esiti e di equità", mentre ora "l'attenzione è su come riorganizzare il sistema sanitario per far sì che sia effettivamente l'arma principale per garantire resilienza a tutta l'Europa". È il caso dell'Italia, che all'inizio della pandemia non aveva abbastanza posti letto e "ancora tanta strada da fare" nell'assistenza primaria. Secondo Nuti, quindi, anche le politiche della Dg Regio "devono considerare in modo diverso certi asset che addirittura prima della pandemia venivano considerati dei rischi di spreco".

È indicativa la fotografia delle risorse per investimenti infrastrutturali fatta da Milena Vainieri, che mostra enormi ritardi. Nell’arco di vent’anni a partire dal 2000, il ministero della Salute ha messo a disposizione delle Regioni 19 miliardi di euro di cui, a dicembre 2020, risultava impegnato solo il 65%.

In questo momento la priorità è sostenere le Regioni nella pianificazione. Vainieri ha fatto il paragone con la Missione n°6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), dedicata al tema della salute, per cui sono stanziati 15,6 miliardi di euro da spendere in appena cinque anni. “Il primo passo è la formalizzazione degli accordi, quindi la capacità delle Regioni di proporre dei piani di utilizzo di queste risorse”, ha sottolineato Vainieri.

Per riuscire a utilizzare i fondi destinati alla ripresa dalla pandemia, l'Italia deve migliorare l'efficienza della propria pubblica amministrazione. Lo hanno ribadito Willibrordus Sluijters e Francesca Raimondi. I due funzionari della Dg Regio hanno ricordato che da qui al 2027 l'Italia ha da spendere circa 220 miliardi di euro tra Recovery e fondi strutturali. Per quanto riguarda le Regioni, Sluijters ha spiegato che il Pnrr è "geograficamente cieco" perché può essere speso su tutto il territorio. A differenza della Coesione, che per tre quarti si spende nelle sette regioni del Sud e dei 14 miliardi del React-Eu che per il 64%, ha detto Raimondi, sono destinati al Mezzogiorno.

In chiusura c'è stata una sessione di domande e risposte attraverso la chat del canale YouTube, coordinata da Edoardo Bressanelli, ricercatore di scienza politica dell'Istituto Dirpolis di Sant'Anna.

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