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Eurocamera, sanzionare la disinformazione russa

BRUXELLES - Istituire un regime di sanzioni per far fronte all'ingerenza straniera come quella russa, e vietare il finanziamento dei partiti politici da parte di soggetti extra Ue. Sono alcune delle raccomandazioni principali che il Parlamento Ue si appresta ad adottare in seduta plenaria per dare slancio alla lotta contro la disinformazione di Mosca e dei regimi ostili. "Chiediamo alle istituzioni di adottare delle raccomandazioni prima che scoppi una crisi", ha detto il presidente della commissione speciale del Pe sull'ingerenza straniera in tutti i processi democratici nell'Ue (Inge), il francese Raphael Glucksmann.

L'obiettivo della commissione, istituita un anno e mezzo fa, è di "mettere fine all'indolenza colpevole e all'ingenuità dei dirigenti europei", ha spiegato. "Da anni il regime di Putin vive in guerra con l'Ue ma i dirigenti si sono rifiutati di vederlo. Ogni volta ci sorprendiamo quando vediamo l'ingerenza russa che si manifesta nei nostri Paesi. Questi attacchi ripetuti non sono sporadici ma sistematici", ha avvertito. Con questo pacchetto di raccomandazioni, il Parlamento Ue chiede di "tutelare il nostro modello democratico" che oggi è "attaccato". Non si trattai di "qualcosa che appartiene alla destra o alla sinistra, è la missione più sacra per tutti noi in quanto eletti europei", ha evidenziato l'eurodeputato.

L'Ue proporrà "un nuovo meccanismo che consentirà di sanzionare gli attori maligni della disinformazione". Lo annuncia l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, nel suo intervento alla plenaria di Strasburgo sulle ingerenze straniere nei processi democratici dell'Ue. Tale meccanismo, spiega Borrell, "farà parte di una più ampia toolbox su cui stiamo lavorando" che sarà "strutturata su quattro dimensioni trasversali" volte a "rafforzare la nostra resilienza e quella dei nostri partner, rafforzando il nostro sostegno ai media indipendenti e alla società civile nei paesi terzi e potenziando le capacità di comunicazione strategica delle nostre delegazioni". "Non sono il ministro della verità - spiega Borrell - ciò su cui dobbiamo concentrarci sono i soggetti stranieri che intenzionalmente, in modo coordinato, cercano di manipolare il nostro ambiente informativo per portare avanti i propri scopi e danneggiarci".

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