Martedì 24 Dicembre 2024

Eurocamera, ok a negoziati su norme per parità salari uomo-donna

Eurocamera, ok a negoziati su norme per parità salari uomo-donna

STRASBURGO - Il Parlamento europeo ha approvato la propria posizione negoziale sulla proposta di direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni che contribuirà a combattere l'attuale discriminazione retributiva sul lavoro e a colmare il divario retributivo di genere. Il testo, approvato con 403 voti favorevoli, 166 contrari e 58 astensioni, sarà ora al centro dei negoziati con il Consiglio dell'Ue. Attualmente, il divario retributivo di genere nell'Unione continua ad attestarsi attorno al 14% nel 2019, con variazioni significative tra i paesi Ue ed è diminuito solo in minima parte negli ultimi anni.

Nel testo adottato, si prevede l'abolizione del segreto salariare nelle clausole contrattuali. In questo modo le aziende Ue con almeno 50 lavoratori dovrebbero vietare le condizioni contrattuali che impediscono ai lavoratori di divulgare informazioni sulla loro retribuzione, e divulgare invece ogni divario retributivo di genere esistente al loro interno. Gli strumenti per la valutazione e il confronto dei livelli retributivi e i sistemi di classificazione professionale, sostengono gli eurodeputati, devono basarsi su criteri neutrali sotto il profilo del genere.

Se le informazioni sulle retribuzioni rivelano un divario retributivo pari o superiore il 2,5%, i datori di lavoro, in cooperazione con i rappresentanti dei lavoratori, dovrebbero condurre una valutazione delle retribuzioni ed elaborare un piano d'azione per garantire la parità. Inoltre, i deputati chiedono alla Commissione di creare una denominazione ufficiale per le aziende che non presentano un divario retributivo di genere. "Oggi siamo più vicini a eliminare il divario retributivo di genere in Europa", ha commentato la relatrice Samira Rafaela (Renew Europe) della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere, sottolineando come si è cercato di "trovare il giusto equilibrio tra la garanzia del diritto all'informazione per le lavoratrici e la limitazione degli oneri inutili per le aziende".

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