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Reddito equo e sostenibilità al centro della futura 'visione Ue' per l'agricoltura

“Come garantire un tenore di vita equo per gli agricoltori" e "come garantire la sostenibilità dell'agricoltura entro i confini planetari". Saranno queste le due domande al centro della nuova 'visione dell'agricoltura europea' che la Commissione europea presenterà nei primi cento giorni del nuovo mandato. 

Lo ha dichiarato il direttore generale della Dg Agri, Wolfgang Burtscher, intervenendo il 14 ottobre in audizione in commissione agricoltura (Agri) del Parlamento europeo sulle conclusioni del dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura, il forum lanciato il 25 gennaio dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per rispondere alle proteste dei trattori che hanno scosso l'Europa nei mesi scorsi.

Proprio le raccomandazioni del Dialogo che sono state consegnate alla Commissione europea il mese scorso saranno la base per il lavoro di Bruxelles sul futuro dell'agricoltura Ue. Premettendo che spetterà al prossimo esecutivo europeo decidere "il contenuto esatto" della visione, i due quesiti individuati dal rappresentante della Commissione europea saranno al centro della struttura portante del nuovo corso. "Semplificazione e reciprocità negli accordi commerciali" saranno gli altri aspetti che confluiranno nella visione, che dovrebbe essere anche alla base della proposta della futura Pac post 2027, attesa non prima dell’estate 2025. 

Nel confronto con la Commissione europea è emerso chiaramente che per molti il nodo delle discussioni sarà il rafforzamento del budget dedicato alla nuova Politica agricola comune. L'Unione europea deve muoversi "per rafforzare la capacità competitiva della nostra agricoltura, asset strategico per il Continente: è necessario definire un budget per la Pac che sia adeguato alle sfide del futuro. Gli agricoltori vanno incentivati e non sussidiati, ed è necessario adeguare il bilancio della Politica agricola comune" post 2027 "in maniera forte e stabile, coerente e adeguata all'inflazione", ha suggerito Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e neoeletto a capo del Copa, l'associazione ombrello di Bruxelles che tutela gli interessi degli agricoltori.

Cinque i pilastri indicati da Giansanti su cui la futura Commissione europea dovrebbe lavorare nel prossimo mandato, a partire dal "reddito dignitoso per la nostra attività", intervenendo in particolare sulla catena del valore per evitare che consumatori e agricoltori risentano maggiormente dell'aumento dei prezzi. Focus anche sulla "semplificazione burocratica e amministrativa" della Politica agricola, sulla reciprocità da garantire agli agricoltori nelle norme per gli scambi commerciali con i Paesi terzi, sulla promozione del "ricambio generazionale" e, soprattutto, sulla "ricerca e innovazione per affrontare le sfide del cambiamento climatico". Giansanti ha ricordato che gli agricoltori devono vincere tutte "queste sfide in un contesto climatico difficile", sono i "veri custodi dell'ambiente", non il problema "quanto la soluzione al problema".

“Gli agricoltori sono i primi a voler preservare la biodiversità, assicurare la sicurezza alimentare e combattere il cambiamento climatico", ma "abbiamo bisogno di più risorse per l'agricoltura, affidandole a chi fa innovazione e a chi merita di essere aiutato, cominciando dai piccoli agricoltori che spesso sono i più svantaggiati", ha puntualizzato Dario Nardella, europarlamentare del Partito democratico e coordinatore per i Socialisti e Democratici in commissione agricoltura. Sempre tra i dem, il presidente della commissione Envi Antonio Decaro ha ricordato che la "transizione agricola richiederà sacrifici ai nostri agricoltori, l'Europa deve essere pronta a farli per loro. Comprendiamo le sfide che il settore deve affrontare, abbiamo bisogno di un percorso comune", ha detto, rilanciando l'idea di un Fondo destinato alla transizione agricola "per allineare gli obiettivi della Pac con le sfide ambientali e climatiche del Green Deal".

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