BRUXELLES - L'Ue ha presentato le nuove linee guida per contrastare la guerra ibrida di Mosca e Minsk condotta tramite la strumentalizzazione dei migranti. "Bruxelles sostiene i Paesi membri nell'impedire a Russia e Bielorussia di usare i principi e i valori europei, compreso il diritto di asilo, contro l'Ue", si evidenzia nella comunicazione che prevede un supporto operativo ai Paesi confinanti - Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Polonia e Norvegia - da 170 milioni di euro. L'Ue prevede la possibilità per gli Stati membri di deroghe alle disposizioni della Corte di Giustizia, sebbene in modo temporaneo.
"La natura grave e persistente delle minacce ibride alla frontiera orientale dell'Ue da parte di Russia e Bielorussia pone nuove sfide per l'Unione e, per garantire la sicurezza e l'integrità territoriale in questo contesto eccezionale, gli Stati membri confinanti devono essere in grado di agire con decisione", evidenzia la Commissione europea, aprendo a "una risposta rafforzata, nel pieno rispetto del diritto dell'Ue e internazionale". Il nuovo supporto con 170 milioni di euro di finanziamenti aggiuntivi, ha evidenziato la presidente Ursula von der Leyen condannando "l'inaccettabile militarizzazione della migrazione" da parte di Mosca e Minsk, sarà rivolto ad "aggiornare le apparecchiature di sorveglianza elettronica, migliorare le reti di telecomunicazione, distribuire strumenti di rilevamento mobili e contrastare l'intrusione dei droni".
"Non si deve mai consentire agli autocrati di usare i nostri valori europei contro di noi", ha ammonito. I fondi andranno per 150 milioni di euro allo strumento per la gestione delle frontiere e dei visti, mentre ulteriori 20 milioni saranno riservati allo strumento tematico per frontiere e visti per una distribuzione geografica più ampia. Guardando alla ripartizione dei finanziamenti per Paese, l'Ue sosterrà l'Estonia con 19,4 milioni, la Finlandia con 50 milioni, la Lettonia con 17 milioni, la Lituania con 15,4 milioni, la Polonia con 52 milioni e la Norvegia con 16,4 milioni. La risposta messa in campo dai governi, anche quando oltrepassa le disposizioni della Corte di giustizia Ue, deve comunque essere "proporzionata, limitata a quanto strettamente necessario in casi chiaramente definiti e temporanea", precisa Bruxelles.