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Studio, impatto Covid su disoccupazione attutito in Italia

BRUXELLES - L'impatto della pandemia sulla disoccupazione è stato più attutito in Italia rispetto agli altri Stati dell'Ue, probabilmente per effetto del blocco dei licenziamenti introdotto dopo lo scoppio dell'emergenza sanitaria. Lo scrivono i ricercatori del programma di cooperazione europeo Espon, specializzato in analisi regionali, in un approfondimento sulla geografia del Covid e le sue ricadute.
La disoccupazione nelle regioni dell'Ue, osservano i ricercatori di Espon, è aumentata del 12,13% rispetto ai livelli pre-Covid, ma l'impatto è stato diverso da Stato a Stato. Alcuni paesi, come gli Stati baltici (48,21%) e la Repubblica Ceca (32,74%) sono stati duramente colpiti dalla crisi. Questi Stati hanno subito significative perdite di posti di lavoro, mettendo così fine ad una parabola di forte crescita economica, registrata negli anni precedenti la pandemia.
Italia e Francia, invece, hanno registrato un tasso di disoccupazione inferiore agli altri paesi, rispettivamente del 6,5% e del 4%. Il divieto di licenziamento dei dipendenti, misura unica in Europa introdotta dall'Italia allo scoppio della pandemia, potrebbe spiegare questi risultati. Tale provvedimento è scaduto a luglio 2021 per le grandi imprese e a fine ottobre per le piccole e medie imprese, in particolare nei settori dei servizi, tessile, moda e calzaturiero. Per la Francia, la politica del governo 'whatever it takes' ha certamente contribuito ad attutire gli effetti della crisi.

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