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Al via il Consiglio Affari Esteri, Borrell: 'dare le munizioni a Ucraina o guerra a rischio'

BRUXELLES - "Il dossier più urgente è quello delle munizioni, se falliamo la guerra è a rischio. L'Ucraina ha bisogno di proiettili, in particolare di quelli di calibro 1.55. La Russia spara 50mila proiettili al giorno, dobbiamo fare in modo che l'Ucraina abbia le stesse capacità. Oggi presenterò una serie di proposte e domani sarò alla Nato con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba". Lo ha detto l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell citando, tra le proposte, quella di istituire una piattaforma di acquisto congiunti. L'obiettivo, ha sottolineato, è arrivare ad un accordo al Consiglio Affari Difesa di inizio marzo.
Borrell si è dunque soffermato sulle dichiarazioni del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che ha lanciato l'allarme sul possibile invio di armi alla Russia da parte della Cina. "Ho parlato con Wang Yi, ho espresso la nostra forte preoccupazione che Pechino fornisca armi alla Russia. - ha spiegato il capo della diplomazia europea -. Ho chiesto che la Cina non assista la Russia e ho detto che sarebbe una linea rossa delle nostre relazioni. Lui mi ha detto che la Cina non lo farà ma dobbiamo restare vigili". 
I ministri degli Esteri europei sono riuniti oggi nella capitale belga dove, tra l'altro, è atteso il titolare per gli Affari Ue della Moldavia Nico Popescu. Tra i dossier principali sul tavolo il decimo pacchetto di sanzioni anti-russe (che includerà anche misure restrittive all'Iran) e il sostegno militare all'Ucraina. I ministri discuteranno anche della situazione dei diritti umani in Afghanistan e della possibilità di revisionare le sanzioni alla Siria per permettere un più facile accesso degli aiuti umanitari dopo il devastante terremoto dei giorni scorsi. Per l'Italia partecipa alla riunione il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, invece, ha cancellato la sua partecipazione al Consiglio Affari Esteri Ue e posticipato il suo viaggio a Bruxelles per "impegni urgenti concomitanti". Lo spiegano fonti europee. 

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