BRUXELLES - "L'Ue si rammarica che la Mongolia, Stato parte dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, non abbia rispettato gli obblighi previsti dallo Statuto per l'esecuzione del mandato d'arresto". Così un portavoce del servizio europeo d'azione esterna in una nota sulla visita del presidente russo Vladimir Putin in Mongolia "nonostante il mandato d'arresto della Corte penale internazionale (Cpi) spiccato nei suoi confronti".
"Il presidente Putin è oggetto di un mandato d'arresto da parte della Cpi per crimini internazionali, in particolare per i presunti reati di deportazione illegale e trasferimento illegale di bambini dai territori ucraini temporaneamente occupati nel contesto della sua guerra illegale di aggressione contro l'Ucraina".
"L'Ue esprime il suo più forte sostegno agli sforzi per garantire la piena responsabilità per i crimini di guerra e gli altri crimini più gravi in relazione alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina" si legge ancora nella nota in cui si sottolinea anche il sostegno alle "indagini del Procuratore" della Cpi in Ucraina. L'Ue chiede "la piena cooperazione di tutti gli Stati parte" e "ribadisce il suo incrollabile sostegno alla Cpi e all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti".