Domenica 22 Dicembre 2024

Il Papa in Belgio: "Gli abusi sono una vergogna, chiediamo perdono"

Il Papa in Belgio: “Gli abusi sono una vergogna, chiediamo perdono“

BRUXELLES - Gli abusi sono "la vergogna che oggi tutti noi dobbiamo prendere in mano e chiedere perdono, risolvere il problema degli abusi contro i minori". "La Chiesa deve vergognarsi e chiedere perdono e cercare di risolvere questa situazione" perché "queste cose non succedano più", ha detto il Papa nel discorso alle autorità del Belgio paragonando i pedofili della Chiesa ad Erode.

Il Papa, nel discorso alle autorità del Belgio, ha parlato del fenomeno delle "adozioni forzate" che tra gli anni '50 e '70 sono state attuate anche con la complicità della Chiesa. "In quelle spinose storie si mescolò l'amaro frutto di un reato e di un crimine - ha sottolineato - con ciò che era purtroppo l'esito di una mentalità diffusa in tutti gli strati della società, tanto che quanti agivano in base ad essa ritenevano in coscienza di compiere il bene, sia del bambino sia della madre". "Spesso la famiglia e altri attori sociali, compresa la Chiesa, hanno pensato che per togliere lo stigma negativo, che purtroppo a quei tempi colpiva la madre non sposata, fosse preferibile per il bene di entrambi, madre e bambino, che quest'ultimo venisse adottato", ha detto ancora. Bergoglio al proposito ha ricordato anche che "ci furono persino casi nei quali ad alcune donne non venne data la possibilità di scegliere se tenere il bambino o darlo in adozione".

"La storia, magistra vitae troppo spesso inascoltata, dal Belgio chiama l'Europa a riprendere il suo cammino, a ritrovare il suo vero volto, a investire nuovamente sul futuro aprendosi alla vita, alla speranza, per sconfiggere l'inverno demografico e l'inferno della guerra", "sono due calamità", ha aggiunto lanciando un appello alle autorità del Belgio. "Bisogna fare figli", ha aggiunto il Papa.

Il Papa torna a lanciare un appello ai governanti del mondo affinchè lavorino per la pace. "Prego affinché i responsabili delle Nazioni, guardando al Belgio e alla sua storia, sappiano trarne insegnamento e in questo modo risparmiare ai loro popoli sciagure senza fine e lutti senza numero", ha detto ancora. I governanti, secondo lui, devono saper "assumersi la responsabilità, il rischio e l'onore della pace e sappiano allontanare l'azzardo, l'ignominia e l'assurdità della guerra: prego affinché temano il giudizio della coscienza, della storia e di Dio, e convertano lo sguardo e i cuori, mettendo sempre al primo posto il bene comune".

L'Europa, ha insistito, "ha bisogno del Belgio per portare avanti il cammino di pace e di fraternità tra i popoli che la compongono". "Questo Paese ricorda a tutti gli altri che, quando - sulla base delle più varie e insostenibili scuse - si comincia a non rispettare più confini e trattati e si lascia alle armi il diritto di creare il diritto, sovvertendo quello vigente, si scoperchia il vaso di Pandora e tutti i venti incominciano a soffiare violenti, squassando la casa e minacciando di distruggerla", ha aggiunto il Papa.

Il re Philippe, ha riconosciuto l'"intransigenza" con la quale il Pontefice ha denunciato "l'indicibile tragedia degli abusi sessuali nella Chiesa". "Dei bambini sono stati orribilmente feriti, segnati per la vita", ha detto. "Lo stesso dicasi per le vittime di adozione forzata: c'è voluto così tanto tempo perché le loro grida venissero ascoltate e riconosciute e così tanto tempo per cercare la via, per 'riparare' l'irreparabile". Il re riconosce gli sforzi fatti dalla Chiesa ma chiede che vengano "perseguiti con determinazione, senza sosta".

"La Chiesa ha il suo posto nella nostra vita quotidiana" ma "non possiamo abbassare la guardia e non possiamo trascurare quello che scuote il mondo cattolico: ci sono stati abusi sessuali adozione forzate che hanno scosso il mondo cattolico", ha detto prendendo la parola il premier del Belgio Alexander De Croo. "Dobbiamo tentare di risolvere questi case senza tacerli", "non basta parlarne", "bisogna fare dei passi concreti, bisogna fare tutto il possibile". "Lei ha il diritto di sapere la verità su questi reati che vanno portati alla luce, bisogna arrivare alla giustizia".

Al termine dell'incontro con le autorità nel Castello di Laeken, il Pontefice ha raggiunto la Home Saint-Joseph a Bruxelles, una residenza per anziani in difficoltà economiche dove sono impegnate le Piccole Sorelle della Carità.

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