BRUXELLES - "La Commissione europea ha affermato che il protocollo Italia-Albania per il rimpatrio forzato in un Paese terzo dei migranti non è previsto dalle norme comunitarie e quindi tutti gli eurodeputati Pd, M5s e Avs hanno presentato un'interrogazione scritta, promossa dalla parlamentare europea Cecilia Strada, per chiedere se sarà avviata una procedura di infrazione". Lo rende noto la delegazione Pd all'Eurocamera. "Il 15 ottobre - si ricostruisce nel testo dell'interrogazione - durante la conferenza stampa di mezzogiorno, rispondendo a una domanda sulla legalità dei trasferimenti di migranti al di fuori dell'Ue ai sensi del nuovo protocollo italo-albanese, la portavoce della Commissione europea ha riconosciuto che 'attualmente non è possibile per l'Ue avere questa opzione in questo momento". "Per rendere possibile un tale modello, il diritto dell'Ue dovrebbe regolamentare il rimpatrio forzato in un Paese terzo, che non sia il paese di origine: secondo la nostra valutazione le attuali norme non lo prevedono'", ha aggiunto.
Quindi - chiedono gli eurodeputati firmatari - "ai sensi dell'art. 17 TUE, la Commissione deve garantire l'applicazione dei trattati e delle misure adottate dalle istituzioni ai sensi degli stessi, nonché supervisionare l'applicazione del diritto dell'Unione sotto il controllo della Corte di giustizia dell'Ue. Alla luce di quanto sopra e considerando la recente sentenza della Cgue del 4 ottobre sulla designazione di paesi terzi come paesi di origine sicuri ai fini della procedura di frontiera accelerata, la Commissione: rispetterà la sua posizione del 2018 che conferma l'illegalità di tali misure ai sensi dell'attuale diritto dell'Ue? Avvierà una procedura formale di infrazione contro il protocollo Italia-Albania, ratificato dalla legge n. 14/24, ai sensi degli articoli 258, 259 e 260 Tfue?".
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