BRUXELLES - "Garantire in modo europeo l'indebitamento delle nazioni per raggiungere il 2%" del Pil da destinare alla difesa "mi sembra un'idea da accogliere con favore, toglierebbe a ogni nazione il peso magari di avere interessi sul debito diversi" e "renderebbe la sicurezza e la difesa un patrimonio comune". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine della riunione con gli omologhi europei a Bruxelles, commentando l'ipotesi rilanciata dal vertice dei ministri degli Esteri a Varsavia.
Sulla quota del Pil da destinare alla difesa, "la posizione italiana" sull'obiettivo del 2% "è chiara: noi l'impegno l'abbiamo preso", ha sottolineato il ministro. "So che non basterà il 2%: ci sono alcuni Paesi che oggi spendono il 4,5%, altri il 3% - ha evidenziato - ma per adesso come obiettivo mi pare basti il due", ha detto ancora. "Vedremo nei prossimi anni" se si riuscirà ad arrivare al "due e mezzo o tre come alcuni propongono: ora l'Italia si è impegnata per questa soglia", ha detto Crosetto ai giornalisti.
"Mi pare che non ci siano state lamentele ucraine sulle restrizioni che sono state date agli aiuti italiani finora", ha poi aggiunto rispondendo a una domanda sulle restrizioni all'uso delle armi occidentali per Kiev in territorio russo. "L'Italia ha dato aiuti per quelle che erano le sue capacità, le tattiche con cui l'Ucraina si difende non dipendono dall'Italia", ha spiegato Crosetto, sottolineando che "per quanto possibile, l'Italia ha contribuito più di ogni altro Paese alla sicurezza" di Kiev. "Siamo quelli che hanno dato più sistemi di difesa aerea: due batterie su cinque, quindi un impegno molto importante dal punto di vista nazionale privarsi del 40% delle proprie difese aeree", ha spiegato.
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