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Utenti non convinti servizi connessi, 68% dubita riacquisto

ROMA - Il recente scandalo legato alla utilizzazione dei dati personali forniti dagli utenti attraverso i social network influirà probabilmente sulla diffusione delle auto connesse, un ambito che già aveva mostrato criticità. Secondo una ricerca realizzata da Kantar TNS, infatti, il 32% degli automobilisti nel nostro Paese (il 29% in Europa) che ne posseggono una, non sono del tutto soddisfatti delle funzionalità del proprio veicolo dal punto di vista della connessione.

Tra i nuovi acquirenti, c'è addirittura in 16% che non sa esattamente se l'auto è dotata di questa tecnologia (il 15% in Europa) e lo scetticismo è confermato dal fatto che il 68% degli intervistati in Italia da Kantar TNS (il 58% in Europa) ha confermato di aver provato al momento dell'acquisto i servizi e i vantaggi legati alle nuove funzionalità ma non è certo di sceglierli di nuovo quando cambierà la vettura. "Servizi progressivamente più sofisticati sono proposti oggi dalle Case automobilistiche per attrarre acquirenti sempre più esigenti e vincere la battaglia delle quote di mercato - ha dichiarato Andrea Galimberti, practice head automotive, Kantar TNS - Ma gli automobilisti non hanno ancora iniziato ad utilizzare in modo naturale ed abituale queste tipologie di servizio in auto, nella loro quotidianità. In generale, si evidenzia una 'disconnessione' fra ciò che le Case automobilistiche producono e ciò che gli acquirenti di auto stanno cercando". La ricerca evidenzia come per molti utenti la tecnologia sia ancora vista come un optional e non come parte integrata del veicolo.

Ciò evidenzia - afferma Kantar TNS - una resistente lacuna di percezione, dato il ruolo che la tecnologia e la connettività possono svolgere sulle prestazioni del veicolo, sulla sicurezza e sull'esperienza di guida. Lo studio rileva che quasi 7 intervistati su 10 (67%) in Italia (il 57% in Europa) sarebbero disposti a pagare per i servizi relativi al viaggio, come le funzionalità di navigazione. Gli italiani che guidano vetture connesse sono però più consapevoli dei rischi legati alla privacy: mentre nell'indagine globale la tutela del trattamento dati è al terzo posto nella classifica delle voci per cui si è disposti a pagare un servizio 'connected' (preceduta da navigazione, al primo posto seguita dalla sicurezza), gli automobilisti nostrani pongono al primo posto la sicurezza e subito dopo la tutela dati.

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