Mercoledì 16 Ottobre 2024

Vw nomina ceo Diess, "saremo leader sostenibilità"

Vw nomina ceo Diess, “saremo leader sostenibilità“ - © ANSA

(di Rosanna Pugliese)

BERLINO - Volkswagen, adesso è ufficiale, ha un nuovo ceo: Herbert Diess. A nominarlo è stato il consiglio di sorveglianza, che ha effettivamente fatto fuori due anni prima del tempo Matthias Mueller, l'uomo che ha affrontato la tempesta del dieselgate, portando il colosso dell'auto tedesca prima al riparo, e poi a superare se stesso. Un trauma che il gruppo vuole lasciarsi definitivamente alle spalle, puntando su un nuovo inizio e diventando campione di "mobilità sostenibile".

È la promessa contenuta nelle prime parole del nuovo leader: "Matthias Mueller ha preparato il cambio del corso, e il mio compito più importante sarà ora quello di proseguire e accelerare il percorso in modo coerente, insieme al gruppo dirigente e ai nostri collaboratori, per diventare un fornitore redditizio, leader a livello mondiale di una mobilità sostenibile". Si punta tutto su elettromobilità e digitalizzazione dell'auto e nuovi servizi della mobilità. In un clima abbastanza teso, fra dipendenti delusi e manager sconcertati dalla svolta a sorpresa - "modi inenarrabili" si è sfogato qualcuno con l'Handelsblatt - va via anche il capo del personale Karlheinz Blessing, sostituito da Gunnar Kilian, oggi portavoce del consiglio di fabbrica.

L'addio di Francesco Javier Garcia Sanz è invece "volontario": da 17 anni alla guida degli acquisti, e una fama da tostissimo negoziatore, secondo fonti interne, lo spagnolo non ha alcuna intenzione di restare sotto la nuova leadership, anche perché turbato dalle modalità della ristrutturazione. Nel direttivo aziendale entra infine il ceo di Porsche Oliver Blume. Il consiglio ha annunciato anche una ristrutturazione complessiva: i marchi saranno suddivisi fra "volumen", "premium" "superpremium", "truck and bus".

Inoltre sarà portata a compimento la preparazione perché il comparto dei veicoli commerciali di bus e camion possa essere quotato in Borsa. Nel comunicato si ringrazia Mueller per "l'eccellente lavoro svolto", che però non gli risparmia l'uscita dal ruolo "ad effetto immediato". È stato Handelsblatt a far trapelare in serata che il top manager che ha raccolto Vw dalle mani di Martin Winterkorn, travolto dallo scandalo emissioni due anni fa, potrebbe comunque restare nell'azienda, che continuerà a pagarlo, secondo contratto, fino a scadenza del mandato, il 2020 (gli devono altri 20 milioni di euro, e poi una pensione da 3600 euro al giorno, secondo calcoli fatti dalla Bild).

Della brillante prestazione, il consiglio gli rende merito, mettendolo nero su bianco: "Mueller ha assunto il ruolo nel momento in cui Vw si trovava di fronte alla sfida più grande della sua storia. E non ha soltanto guidato Volkswagen in modo sicuro in questo periodo, ma con il suo team il gruppo è stato anche rinnovato strategicamente dalle fondamenta , è stato avviato il cambiamento culturale". "Vw non solo non ha più traccia di quel che è ha accaduto, ma è più robusta di quanto sia mai stata prima finora". Del resto un mese fa, era stato proprio Mueller ad annunciare la svolta sull'elettromobilità: entro il 2020 si produrranno veicoli di questo tipo in 16 fabbriche invece di 3, aveva affermato, presentando i dati del 2017. Quando Volkswagen ha consegnato 10,74 milioni di veicoli nel mondo, confermando il suo primato, e ragginto un da 230,7 miliardi di euro (+6%). "Un anno eccezionale, in cui siamo tornati all'offensiva", aveva dichiarato Mueller orgoglioso. Ma questa continuerà senza di lui. 

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