ROMA - Nonostante la violenza del tifone che ha colpito la regione centrale del Giappone, intorno ad Osaka, la scorsa settimana e le forti scosse di terremoto a Hokkaido, nel nord del Paese, l'industria automobilistica nipponica ha subito minimi danni e sta riavviando la produzione in quasi tutti gli impianti che erano stati fermati nei giorni scorsi. Toyota aveva preso precauzioni durante il tifone e aveva chiuso 11 delle sue fabbriche in anticipo, annullando i turni serali. Per quanto riguarda il terremoto, la Casa automobilistica ha affermato che la produzione è stata influenzata dai problemi di approvvigionamento energitico e dalla mancanza di componenti. Tuttavia la produzione ripartirà a pieno regime entro domani 13 settembre. Ieri sono ripartiti l'impianto di Toyota Motor Hokkaido, che produce trasmissioni e altre parti, e lo stabilimento di Motomachi. La fabbriche di Takaoka, Tsutsumi e Tahara avranno tutte le linee funzionanti entro giovedì. Nessun problema per Mitsubishi, che ha impianti nel sud-ovest del Giappone, così come non si segnalano problemi derivanti dal tifone e dal terremoto per Honda e Nissan. Per quest'ultima azienda l'unica conseguenza - legata all'interruzione prolungata dell'energia elettrica - è stata la sospensione dell'attività nel centro prove di Rikubetsu. Ben diversa invece la situazione per gli automobilisti e i concessionari del Giappone settentrionale e centrale: migliaia di vetture sono state alluvionate e in un deposito di Nishinomiya, tra Osaka e Kobe, sono state addirittura distrutte dal fuoco dopo che la caduta di linee ad alta tensione ha creato un cortocircuito con i veicoli parzialmente sommersi dall'acqua.
Caricamento commenti
Commenta la notizia