(ANSA) - TORINO, 7 NOV - Nuovo record per il carico fiscale sulla motorizzazione in Italia. Nel 2017 ha raggiunto i 74,4 miliardi di euro, con un incremento del 2% rispetto all'anno prima. Stabile la percentuale sul gettito complessivo, che si mantiene al 16%, mentre la percentuale sul Pil è del 4,3%, contro una media europea del 3% circa. Anche nel progressivo 2018, in base ai dati disponibili, la fiscalità automotive italiana continua a salire. A rendere noti i dati è l'Anfia, l'Associazione Nazionale filiera Industria Automobilistica.
Il gettito derivante dall'acquisto e dal possesso dell'autoveicolo, sempre secondo Anfia, cresce rispettivamente del 6,2% e del 4%, per un ammontare di 9,4 miliardi per il primo e 6,8 miliardi per il secondo. A rappresentare la voce più rilevante è l'utilizzo dell'autoveicolo, pari al 78,2% del gettito complessivo proveniente dal comparto, per un valore di 58,2 miliardi di Euro, in aumento dell'1,1% rispetto al 2016.
Auto: Anfia, modifica accise avrebbe effetti negativi sull'inquinamento
"Un'eventuale modifica dell'attuale assetto delle accise sui carburanti, produrrebbe effetti negativi, poiché rischierebbe di incentivare la diffusione di tecnologie meno performanti sul fronte della riduzione delle emissioni di CO2, oggetto di una severa regolamentazione europea". Lo afferma Aurelio Nervo, presidente di Anfia, commentando i dati relativi al carico fiscale sulla motorizzazione in Italia.
"L'attuale definizione delle aliquote delle accise, compensando il maggior costo di alcune tecnologie, ha consentito, finora, un'adeguata diffusione delle alimentazioni più virtuose in termini di riduzione dei gas climalteranti, come il diesel - osserva Nervo -. Un'eventuale rimodulazione delle accise tra i carburanti tradizionali, provocando uno spostamento delle vendite verso le tecnologie meno performanti per le emissioni di CO2, penalizzerebbe, in particolare, i nuovi Diesel Euro 6, che presentano minori emissioni di CO2 dal 15% al 20% a seconda dei modelli, oltre a emissioni inquinanti ormai minime".
Eventuali aumenti delle aliquote di accisa riferibili a copertura di misure pregresse o di situazioni straordinarie, prosegue Nervo, "innescherebbero inoltre un aumento dei costi del trasporto destinato a scaricarsi immediatamente sugli utenti della strada, con particolare riferimento a quelle categorie per le quali il trasporto è una professione. Guardando al mercato dei veicoli commerciali, che utilizzano principalmente l'alimentazione diesel, un eventuale aumento dell'accisa avrebbe un impatto negativo su beni che sono da considerarsi veri e propri strumenti di lavoro. Inoltre, un impatto negativo si avrebbe anche sul mercato dell'usato, a causa di una perdita del valore residuo dei veicoli".
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