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'In autostrada a 150 km/h? Pericoloso e inutile'

L'ipotesi di elevare a 150 chilometri orari il limite di velocità in autostrada "non porterà concretamente nessun vantaggio, ma comporterà solo svantaggi: più consumi, più inquinamento, più rischi di incidenti e inutili e spesso inesistenti guadagni di tempo". È il commento di Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, l'associazione sostenitori della Polstrada, alla proposta della Lega.

Ecco il parere dell’ASAPS su questa riesumazione e della proposta del ministro Lunardi (2001) di elevare il limite di velocità sulle autostrade a 150 km/h

Pubblicato da ASAPS Italia su Sabato 10 novembre 2018

 

    "Di fatto con questa riedizione del vecchio progetto Lunardi (2001) non si guadagnerà assolutamente tempo - dice Biserni - perché è dimostrato che a una elevazione del limite anche di soli 10 chilometri (di più per 20 chilometri) aumenterebbero parallelamente i sinistri, magari anche di lieve entità, ma che causerebbero più frequenti code e rallentamenti. E i 20 chilometri orari in più nel tratto Milano-Rimini farebbero guadagnare poco più di 15 minuti". Tenuto poi conto del 5% di tolleranza sul misurato, calcola Biserni, "con questa modifica si verificherà la situazione assurda che chi corre fino a 200 chilometri orari di media se la caverà con appena 169 euro di sanzione e solo tre punticini di prelievo, come per un sorpasso irregolare di lieve entità, come accendere gli abbaglianti quando non è consentito".

    "Se le macchine sono oggi molto più sicure - si domanda il presidente dell'Asaps - come mai nessun Paese ha pensato o pensa di elevare i militi di velocità? Anzi in alcuni Paesi (vedi Francia e Spagna) si stanno abbassando di 10 chilometri i limiti delle statali. Abbiamo forse in Italia un parco veicoli migliore degli altri Stati? No, è mediamente più datato, con una media di 11 anni di vita". E se il Tutor "in larga parte è stato determinante per ottenere risultati molto positivi e addirittura clamorosi", è però stato progettato "per limitare le velocità, secondo i limiti massimi previsti, non per permettere poi di elevarli".

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