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Auto, luci e ombre sull'andamento delle vendite nei prossimi 12 mesi

Mai come in questo momento la 'sfera di cristallo' utilizzata dagli esperti è opaca e incapace di mandare chiari segnali sul futuro a breve termine del mondo automotive. Sulla definizione dei trend che caratterizzeranno i prossimi 12 mesi, gravano infatti diverse e pesanti incognite, ciascuna delle quale sufficiente a rendere instabile l'outlook. Sono il conflitto sui dazi fra Usa e Cina, le possibili conseguenze della Brexit, l'inaspettata debolezza di alcuni mercati, le ripercussioni del Dieselgate su molti Gruppi, la scomparsa o l'uscita di scena di grandi manager del settore e, ancora, l'incertezza dei tempi e dei costi della transizione verso la mobilità elettrica.

Come hanno evidenziato diversi analisti - tra cui quelli di Standard & Poors - una parte di queste difficoltà potrà essere controbilanciata da elementi di positività come il costo relativamente basso del denaro, dalla grande 'salute' dei Gruppi industriali specializzati in forniture, dall'avvenuta riduzione dei costi complessivi per effetto delle sinergie tra brand, oltre che da accordi e consolidamenti e, anche, da un favorevole mix di produzione e di vendita (in quanto sono privilegiate versioni ad alto valore aggiunto). Proprio da S&P arriva, nell'ultimo rapporto sulle previsioni 2019, una valutazione del basso impatto che la diffusione dei modelli elettrici (scarsa) avrebbe potuto avere sulla produzione (ancora numericamente importante) di motori diesel, visto che ''la diluizione dei margini per gli OEM derivante dalla sostituzione dei diesel con propulsori elettrificati si farà sentire solo dopo il 2020''. Per gli analisti l'insieme di queste condizioni si tradurrà, nel 2019, in un incremento limitato (quasi fisiologico) del mercato globale, fra il +1 e il +2%, purché vengano confermate le crescite del prodotto interno lordo al 2% in Europa e Nord America, del 5,5% in Asia e tra il 2% e 3% in America Latina.

Nonostante l'avvio dell'offensiva commerciale nel settore delle auto elettriche, che vivrà una prima importante fase nel 2019, per S&P i prossimi 5 anni saranno le auto ibride plug-in a svolgere un ruolo primario, soprattutto nel cambiamento del mercato legato alle nuove stringenti norme sulle emissioni. Venendo nello specifico alla situazione italiana, ai fattori 'condizionanti' già indicati a livello globale, dovrebbero aggiungersi nel 2019 le incertezze sui provvedimenti del Governo in tema di bonus/malus. ''Il mercato italiano delle autovetture, dopo aver fatto registrare nel 2013 un calo del 47,8% sui livelli antecrisi - ha detto ad ANSA Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - ha avuto una fase di forte crescita nell'ultimo triennio con incrementi del 18% nel 2015 e nel 2016 e dell'8% nel 2017, anno in cui le immatricolazioni hanno toccato quota 1.970.000. La ripresa si è però interrotta nel 2018 per effetto - secondo il CSP - dell'incertezza del quadro politico, della demonizzazione del diesel, dell'introduzione di un nuovo sistema per la misurazione delle emissioni in sede di omologazione e soprattutto per il progressivo rallentamento del quadro congiunturale culminato nel primo calo del pil nel terzo trimestre 2018 dopo 14 trimestri di crescita. Per effetto di questi fattori le immatricolazioni nell'intero 2018 dovrebbero attestarsi intorno a quota 1,9 milioni di unità e cioè ancora molto lontano dal livello fisiologico per il mercato italiano che viene stimato in 2,17 milioni di unità all'anno''.

Secondo Quagliano le prospettive per il 2019 sono di ''un ulteriore calo della domanda. L'effetto del bonus Malus introdotto dal Governo con la finanziaria per il 2019 dovrebbe portare ad una perdita netta di immatricolazioni di 100mila unita rispetto al 2018 e attestarsi quindi a quota 1,8 milioni di unità''. Ma, avverte Quagliano, ''se si perseverasse nella demonizzazione del diesel e soprattutto se, nonostante le stime di crescita del Governo, il Paese entrasse com'è altamente probabile in una nuova recessione, lo scenario per il mercato dell'auto nel 2019 potrebbe farsi ancora più cupo''.

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