Domenica 06 Ottobre 2024

Mazda, Stenuit: il Kodo design 2.0? Ancora più puro e minimal

Mazda, Stenuit: il Kodo design 2.0? Ancora più puro e minimal - © ANSA
Mazda, Stenuit: il Kodo design 2.0? Ancora più puro e minimal - © ANSA

Vitale e in costante evoluzione, proprio come il 'battito del cuore'. È questo il significato primordiale del termine 'Kodo' nella lingua giapponese. Una parola (??) molto cara a 'stilisti' ed 'artigiani' in Mazda.
Parte, infatti, da questo concetto - dalle svariate declinazioni semantiche - lo sviluppo del design delle auto di Hiroshima, vetture con una inconfondibile 'soul of motion'.
Un design che prende ispirazione dall'arte ma che vuole essere 'globale', così come globale è anche il team che si occupa della progettazione - come ci racconta Jo Stenuit, direttore del centro di Design di Mazda Europe a Oberursel, in Germania.

Nonostante si snodi tra Giappone, Usa ed Europa, la squadra di disegnatori segue una 'mission' comune, che affonda le sue radici nell'abilità insostituibile della potenza del tocco umano, secondo i canoni tradizionali giapponesi. Le idee prendono forma, attraverso l'argilla, grazie alle mani sapienti degli scultori capaci di trasformare 'pensieri' in modelli che hanno non solo una forma, ma anche un'anima.
Il risultato? Una carrozzeria muscolosa e solida, elegante e pura allo stesso tempo, come le forme atletiche della natura e che, grazie alla luce, è in costante evoluzione.

''Il Kodo design è arrivato ora in una fase più evoluta - spiega all'ANSA il numero uno del centro di design Mazda in Europa - Usiamo i valori del 'soul of motion' ma in un modo diverso, più puro ed elegante. Questo grazie alla tradizione e alla cultura giapponese, dove tutto è più semplificato''.
Una sorta di minimalismo estremizzato, per dirla in poche parole, una filosofia che segue i canoni del 'less is more'.
Attenzione, però: nessun riferimento alla 'corrente' tedesca della Bauhaus, come tiene a precisare Stenuit, manifestando una certa riluttanza. ''Produciamo auto globali ma di ispirazione giapponese, facendo riferimento quindi alla cultura e alla tradizione del Sol Levante''.

Il Kodo infatti 'abbraccia' l'idea di semplicità di un altro concetto giapponese, il Kanso, che sintetizza in una parola la propensione dei giapponesi a compattare le cose alla loro essenza. ''Ora il design è più puro ed elegante e segue il filone della tradizione e della cultura giapponese, dove tutto è più semplificato - ha aggiunto Stenuit - . Grazie ai riconoscimenti ottenuti per il design e per la scelta dei materiali, molti clienti ci accostano ai brand premium, è una loro scelta, assolutamente discrezionale: a noi basta sapere di aver realizzato un buon design, dove è fondamentale la rimozione degli elementi non necessari. Tutto senza dimenticare il cuore del 'Kodo', questo movimento dinamico che dà vita ai nostri veicoli''.

Il Kodo design, che si sviluppa mettendo al centro del design la luce e i suoi riflessi, creando un'immagine in costante movimento, si sintetizza nei due concept Vision coupé e RX Vision, ai quali si ispirano anche le nuove Mazda 3 berlina ed hatchback. Emozionalità e purezza, che rappresentano l'essenzialità del design esterno, si riflettono anche negli interni, realizzati attorno alla figura del guidatore.
Una filosofia umano-centrica che richiama i valori del Jinba Ittai (la relazione tra cavallo e cavaliere), una sorta di rapporto simbiotico tra chi guida e la vettura stessa, avvolgente sì, ma senza essere mai invadente. ''È importante creare il feeling per essere connessi alla vettura - ha concluso il direttore del centro di design di Oberursel - Vogliamo trasmettere l'energia che noi mettiamo nella realizzazione dell'auto ai clienti che l'acquistano. È questa la nostra 'mission' più importante''.

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