Nonostante il forte impegno sulla strada dell'elettrificazione - con la metà della gamma Phev (ibrida plug-in) e 100% elettrica entro il 2025 - Porsche AG ha ottenuto nello scorso esercizio nuovi record per consegne, ricavi e profitto operativo. Nel 2018, la Casa di Zuffenhausen ha consegnato 256.255 auto ai clienti, con un aumento del 4% rispetto all'anno precedente e i ricavi sono aumentati del 10% a 25,8 miliardi di euro. L'utile operativo è cresciuto di circa il 4% rispetto al 2017, raggiungendo i 4,3 miliardi di euro, ma i ricavi sulle vendite sono scesi al 16,6% (erano stati del 17,6% nel 2017). Per effetto dei programmi legati alla elettrificazione, la forza lavoro è cresciuta del 9% circa, raggiungendo 32.325 dipendenti. ''Nell'esercizio 2018 - ha commentato Oliver Blume, CEO di Porsche AG durante la conferenza annuale sui risultati finanziari - una interessante gamma di prodotti ci ha permesso di far crescere ancora una volta le consegne. Porsche è sinonimo di motori a benzina emozionali e ibridi plug-in ad alte prestazioni. E in futuro il nostro brand sarà noto anche per i sistemi di propulsione elettrici puri''.
Blume ha anche aggiunto che fino al 2023 Porsche investirà circa 15 miliardi di euro di nuovi prodotti, una ingente cifra che - precisano alla Porsche - comprende anche lo sviluppo di nuove generazioni di motori a benzina e sistemi ibridi plug-in. A livello di mercati il maggiore contributo è arrivato dalla crescita della Cina (+12%) con 80.108 unità, seguita da quello che è il maggiore mercato, la regione Asia Pacific Africa Middle East (108.578 Porsche vendute) cresciuta però 'solo' del 10%. In positivo anche l'America del Sud (+4%) e quella del Nord (+3%) rispettivamente con 70.461 e 57.202 unità. In contrazione invece le vendite in Germania (- 3%) con 27.541 immatricolazione e quelle del resto dell'Europa (-4%) a quota 77.216. Per il 2019 la visione di Porsche non è però altrettanto positiva. Come ha precisato Blume, l'azienda si attende una performance inferiore a quella dello scorso anno, per effetto di quesi fattori - come guerra delle tariffe con gli Usa, Brexit, rallentamento dell'economia in molte aree - che sono già state richiamate da altri gruppi automobilistici. Anche la Cina, secondo il CEO di Porsche AG, potrebbe evidenziare una dinamica inferiore, pur nell'ambito di una crescita generale dell'economia locale.
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