Martedì 05 Novembre 2024

Daimler verso la vendita del 50% di Smart alla cinese Geely

Smart EQ fortwo e-cup, test sulla neve per le racecar - © ANSA
Daimler verso la vendita del 50% di Smart alla cinese Geely - © ANSA
Daimler verso la vendita del 50% di Smart alla cinese Geely - © ANSA

Geely verso la conquista del 50% di Smart, ampliando il suo portafoglio auto. La casa automobilistica cinese è vicina a un accordo con Daimler per rilevare la metà della divisione di microcar: un'intesa - riporta il Financial Times - potrebbe essere annunciata prima del Salone di Shanghai in aprile.

L'acquisizione da parte di Geely potrebbe aiutare Daimler a far fronte alla perdite di Smart che vende solo 130.000 auto l'anno, una piccola frazione rispetto ai 2,5 milioni di vendite di Mercedes-Benz. Geely è già il maggiore azionista di Daimler e i rapporti si sono ulteriormente intensificati con l'offerta, lo scorso ottobre, di servizi di ride-hailing in Cina. Il possibile accordo si inserisce nella rapida crescita di Geely negli ultimi anni: alla casa cinese fa capo Volvo Cars, l'inglese Lotus specializzata in auto sportive, e la malese Proton.

Geely ha anche una quota in Volvo Group. In Smart Geely sembrerebbe vedere un ampio potenziale in Cina, dove il mercato è promettente per i modelli compatti. Il futuro di Smart sotto Daimler è "in dubbio" da quando il gruppo a cui fa capo Mercedes Benz ha annunciato l'uscita, dopo 13 anni alla guida, dell'amministratore delegato Dieter Zetsche. Proprio Zetsche, che lascerà in maggio, è un sostenitore della 'piccolissima' di Daimler. Il suo successore, Olag Kallenius, è più scettico su Smart, soprattutto in seguito alle pressioni dell'ultimo anno sui margini di profitto del gruppo. Daimler non comunica i risultati di Smart, ma secondo gli analisti il marchio non ha generato utili da quando è stata fondata 21 anni fa. Evercore ISI stima che le perdite di Smart siano nell'ordine di 500-700 milioni l'anno. Una vendita del 50% di Smart a Geely - osserva il Financial Times - si scontrerebbe probabilmente con una forte opposizione politica tedesca, visti i timori recentemente emersi in Germania sulla crescente influenza delle aziende cinesi nella maggiore economia europea.

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