Gli automobilisti britannici aggiungono in questi giorni alle incertezze sulla Brexit e sulle conseguenze che si potrebbero avere sull'intero comparto della mobilità individuale, quelle sulla 'crisi' del Diesel e sull'allargarsi delle Ultra Low Emission Zone (ULEZ) - quella di Londra partirà dall'8 di aprile - in cui non potranno circolare le auto con motori termici tradizionali. Una situazione, scrivono gli analisti di Auto Trader (la più grande piattaforma per la compravendita di veicoli in Gran Bretagna) che sta condizionando anche il mercato delle auto usate, ora meno ricercate nei siti specializzati. Oggi nel 50% dei casi l'oggetto della navigazione è un modello a benzina e quelli a gasolio arrivano solo al 42%, mentre un anno fa la situazione era inversa con le auto Diesel al 64% e le benzina al 33%.
Nella Capitale il crollo del gasolio è ancora più evidente, con ricerche per esemplari usati Diesel calati al 26%, mentre l'interesse per i modelli con alimentazione alternativa (AFV) sono passate dal 4% di un anno fa al 12%, significativamente oltre (fa notare Auto Trader) la loro quota nel mercato globale, pari al 7%. Questa situazione contrasta però con la realtà 'commerciale' visto che le quotazioni dei modelli con alimentazione a gasolio sono cresciute - rispetto allo stesso periodo del 2018 - del 2,4% arrivando a un valore medio (calcolato su 500mila annunci di vendita e ricerca giornalieri) di 14.309 sterline cioè 16.780 euro. Crescono però anche i prezzi delle vetture a benzina (+2,8%) e soprattutto quelli dei modelli con alimentazione alternativa (AFV) che rispetto ad un anno fa si sono rivalutati del 4,4% arrivando a un prezzo medio di 21.809 sterline, pari a 25.560 euro. Una tenuta quella delle vetture Diesel di seconda mano che viene definita 'stoica' dagli analisti di Auto Trader e il cui rallentamento d'immagine è evidentemente legato non solo alle nuove norme sulle aree ad emissioni ultra basse ma anche ad una loro demonizzazione 'pilotata'.
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