New York ancora apripista. La Grande Mela si appresta a diventare la prima città americana a introdurre una tassa sul traffico: i guidatori che entreranno in alcune aree di Manhattan saranno costretti al pagamento di un pedaggio. La misura servirà per scongiurare il rincaro dei biglietti di autobus e metropolitana, ma anche per aiutare a finanziare i lavori di ammodernamento della metro, divenuta per i pendolari l'ostacolo maggiore fra ritardi e malfunzionamenti. L'idea di una tassa sul traffico era nell'aria da diverso tempo, ma ora è stato raggiunto un accordo di massima all'interno del consiglio comunale e a livello statale, che si apprestano a definirne i dettagli in vista della scadenza dell'1 aprile, quando dovrà essere presentata la legge di bilancio dello Stato. Secondo indiscrezioni, la tassa scatterà per l'area sotto Central Park, dalla 61esima strada in giù. L'idea di tassare il traffico non è nuova. Ci aveva già provato l'ex sindaco Michael Bloomberg più di 10 anni fa per incoraggiare l'uso dei mezzi pubblici. Il suo tentativo non era però andato a buon fine, scontrandosi con un'apatia legislativa che fece naufragare la proposta. Fu poi il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo a ipotizzarla nel 2017, in seguito agli eccessivi ritardi accumulati dalla metropolitana di New York a causa di diversi incidenti, da piccoli incendi a deragliamenti minori legati all'età della metro e ai suoi mancati ammodernamenti nel corso degli anni. Ora sembra essere arrivato il momento dell'azione. Con l'appoggio del sindaco Bill de Blaso, New York è pronta a introdurre la stretta al traffico che, affermano i sostenitori della misura, avrà ricadute positive anche sull'ambiente e sulla sicurezza dei pedoni. L'obiettivo è ripetere il successo avuto dall'iniziativa in città come Singapore, Stoccolma e Londra e dettare la linea a livello nazionale. Fra i sostenitori della tassa sul pedaggio urbano c'è Uber, l'app per auto con conducente. Non mancano però le polemiche, con i critici che la ritengono solo una nuova tassa sui cittadini e chiedono esenzioni per varie categorie, fra le quali le fasce a più basso reddito: il timore è che la misura possa discriminare i più poveri. La partita è ora in corso dietro le quinte per individuare il giusto ammontare del pedaggio urbano, in modo da non rendere la città - già fra le care più del mondo - ancor più inaccessibile.
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