La Nissan ridurrà le prerogative del nuovo presidente della casa auto nel processo di riordino della struttura del gruppo, in seguito all'evoluzione del caso legale che ha condotto all'arresto di Carlos Ghosn. E' quanto emerge dalle prime indicazioni delle proposte ricevute dal comitato esterno sulla corporate governance, che verranno presentate mercoledì. Durante l'inchiesta investigativa Nissan ha messo l'accento sull'eccessivo accentramento dei poteri nelle mani di Ghosn, che ricopriva il ruolo di presidente dall'alleanza con la Renault e la Mitsubishi Motors, oltre ad essere l'amministratore delegato del costruttore transalpino - principale azionista di Nissan con il 43,3% del capitale. Il nuovo board della casa auto nipponica verrà nominato durante il meeting annuale di giugno in base alle proposte del comitato esterno. Prima di quella data Nissan convocherà un Cda straordinario l'8 aprile nel quale verranno rimossi con ogni probabilità i nomi di Ghosn e dell'ex direttore finanziario Greg Kelly, anche esso indagato, sostituendoli con il nuovo presidente di Renault, Jean-Dominique Senard. Nel board di Nissan composto da 9 persone, attualmente sono presenti tre membri esterni, e secondo i media giapponesi il consiglio suggerirà di lasciare vacante per un tempo definito la carica di presidente dell'intero gruppo appartenuto a Ghosn.
Il ruolo analogo di presidente della Nissan rimane invece una questione delicata, dicono le fonti all'agenzia Kyodo, con le indicazioni che il governo francese sia propenso ad avere una sola persona a capo, aumentando la sfera di influenza sulla dirigenza della struttura. Scenari che non sembrano trovare d'accordo Senard, che ha escluso di essere interessato a ricoprire l'incarico lasciato scoperto da Ghosn lo scorso novembre. Nella composizione dell'alleanza Nissan possiede appena il 15% della Renault e senza diritti di voto, malgrado generi gran parte delle redditività del gruppo, e per questo motivo considerata sbilanciata.
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